
Caos Medio Oriente
Giallo sulla tregua a Gaza: “fonti di Hamas” annunciano l’accordo, Witkoff smentisce
Sale il bilancio del raid israeliano sul centro per sfollati: almeno 36 morti. L'Idf: «Ora un attacco senza precedenti». Hamas minaccia i civili: «Chi collabora con gli aiuti umanitari pagherà»
La doccia fredda è arrivata da Axios: il sito, citando l’inviato di Donald Trump Steve Witkoff, ha smentito la notizia secondo cui Hamas avrebbe accettato la tregua a Gaza proposta dallo stesso Witkoff. La notizia era stata data dall’Afp, citando fonti di Hamas, e aveva fatto rapidamente il giro del mondo.
Smentita la notizia del sì alla tregua a Gaza da parte di Hamas
«Quello che ho visto da Hamas è deludente e completamente inaccettabile», ha detto Witkoff al giornalista di Axios Barak Ravid, secondo quanto riferito dallo stesso giornalista in un post su X. «Witkoff mi ha detto che Israele accetterà un cessate il fuoco temporaneo con la liberazione di metà degli ostaggi vivi e metà dei deceduti e che conduca a “negoziati concreti per trovare una strada verso un cessate il fuoco permanente, che ho accettato di presiedere. Questo accordo è sul tavolo, Hamas dovrebbe accettarlo”», si legge nel post. «L’inviato della Casa Bianca afferma che la risposta di Hamas alla proposta di cessate il fuoco è “inaccettabile”», è poi il titolo dell’articolo firmato da Ravid su Axios.
La versione di Afp e al-Jazeera e il contenuto dell’accordo
L’Afp, invece, aveva riferito che Hamas aveva «accettato la nuova proposta dell’inviato americano Steve Witkoff» e informato i mediatori. La proposta oggetto del “giallo” sulla sua accettazione contemplerebbe il rilascio di dieci ostaggi in due fasi e una tregua di 70 giorni. Secondo le dichiarazioni della fonte di Hamas all’Afp, «durante la tregua» dovrebbero iniziare «negoziati per un cessate il fuoco permanente con garanzie americane». Anche al-Jazeera, citando sue fonti, aveva parlato di un accordo raggiunto per «una forma di cessate il fuoco permanente» nella Striscia di Gaza, ma parlando di una tregua di 60 giorni.
Hamas minaccia la popolazione: «Non accettate il programma di aiuti o la pagherete»
Secondo quanto riferito, in giornata il ministero degli Interni di Hamas ha diffuso un comunicato in cui condanna il nuovo piano di distribuzione degli aiuti a Gaza (organizzato dalla Fondazione Ghf), definendolo «un’iniziativa pericolosa, finalizzata a servire obiettivi di sicurezza israeliani e a indebolire le organizzazioni internazionali nella Striscia». Hamas ha minacciato i residenti affinché non collaborino con il nuovo meccanismo. «Chi collabora pagherà, saranno adottate le misure necessarie», si legge nel comunicato di Hamas, secondo cui «il meccanismo sarà utilizzato per raccogliere informazioni come la scansione dell’iride» e «Israele sfrutterà gli aiuti per reclutare collaboratori».
Cresce il bilancio delle vittime del raid israeliano sul centro per sfollati di Gaza City
Intanto continua a crescere il bilancio del raid israeliano che nella notte ha preso di mira a Gaza City una scuola adibita a centro per sfollati: l’ultimo aggiornamento riferito da al-Jazeera parla di almeno 36 morti. Tra le vittime ci sono anche bambini. I militari israeliani hanno confermato, come riportato dal Jerusalem Post, operazioni congiunte delle forze israeliane (Idf) e dello Shin Bet effettuate nelle scorse ore contro «importanti terroristi» che operavano da un centro di comando di Hamas e Jihad islamica palestinese in un edificio che «in passato» era la Fahmi Al-Jarjawi School di Gaza City.
L’Idf: «Ora un un attacco senza precedenti»
Il giornale Haaretz, inoltre, ha dato conto di nuovi ordini di sgombero di civili della Striscia emanati dai militari israeliani e su X il portavoce delle forze israeliane (Idf), Avichay Adraee, ha condiviso un avvertimento secondo cui «le Idf stanno lanciando un attacco senza precedenti per sconfiggere le capacità delle organizzazioni terroristiche». «Il governatorato di Khan Yunis è considerata come una zona di combattimento pericolosa», aggiunge il portavoce, con la sollecitazione ai gazawi a spostarsi «immediatamente verso ovest, nella zona di al-Mawasi» e con la precisazione che le nuove disposizioni «non riguardano gli ospedali Al-Amal e Nasser».