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Gaza, raid israeliano sulla casa di una dottoressa palestinese. Uccisi 9 dei suoi 10 figli

Senza fine

Gaza, strage di innocenti. Raid israeliano contro la casa di una dottoressa palestinese: uccisi 9 dei suoi 10 figli

Feriti anche l'unico figlio sopravvissuto, di undici anni, e il marito della dottoressa. Intanto per questa sera in Israele sono attese nuove proteste: manifestanti chiedono un accordo per la liberazione degli ostaggi ancora nella mani di Hamas

Esteri - di Lorenza Mariani - 24 Maggio 2025 alle 19:36

Un’ombra lugubre si è stesa su , nella Striscia di Gaza, dove un raid aereo israeliano ha trasformato in tragedia la vita della dottoressa Alaa al-Najjar. La sua casa è stata colpita, e il bilancio è agghiacciante: nove dei suoi dieci figli sono stati uccisi. Una strage che getta una luce sinistra sulle dinamiche di un conflitto che non accenna a placare la sua portata di distruzione e morte.

Raid contro la casa di una dottoressa a Khan Younis: uccisi 9 dei suoi 10 figli

L’ospedale Nasser ha dichiarato che uno dei figli della dottoressa e suo marito sono rimasti feriti, ma sono sopravvissuti. Graeme Groom, un chirurgo britannico che lavora in ospedale, ha dichiarato di aver operato il figlio di 11 anni della coppia, l’unico sopravvissuto. Un video condiviso dal direttore del ministero della Salute gestito da Hamas, e verificato dalla Bbc, mostra piccoli corpi ustionati estratti dalle macerie di un attacco a Khan Younis venerdì. Un altro raid israeliano ha ucciso 15 persone tra cui diversi bambini. Intanto, l’amministrazione Usa ha emesso l’ordine di iniziare ad allentare le sanzioni contro la Siria.

Feriti anche l’unico figlio sopravvissuto, di undici anni, e il marito

Una strage, quella di Khan Younis di cui ha dato conto tra i primi la Bbc, che cita l’ospedale Nasser dove lavora Alaa al-Najjar, secondo cui nell’attacco sono rimasti feriti anche l’unico figlio sopravvissuto, di undici anni, e il marito. Secondo il direttore del ministero della Sanità, Muneer Alboursh, il raid è avvenuto pochi minuti dopo che il marito della dottoressa rientrasse a casa, dopo aver accompagnato la moglie al lavoro. Il più grande dei loro figli aveva 12 anni.

Israele, attese nuove proteste: manifestanti chiedono un accordo sugli ostaggi

Intanto, dall’altra parte della barricata, nuove manifestazioni sono attese questa sera in Israele per chiedere un accordo che porti alla liberazione degli ostaggi trattenuti da oltre un anno nella Striscia di Gaza.

Certo è che la notizia, riportata dalla Bbc e confermata dall’ospedale Nasser dove la dottoressa lavora, dipinge uno scenario di orrore. L’attacco ha non solo annientato quasi l’intera prole della famiglia al-Najjar, ma ha anche ferito l’unico figlio sopravvissuto, di undici anni, e il marito della dottoressa. Le immagini che giungono da Khan Younis sono quelle di un’ulteriore, devastante ferita inferta a una popolazione già stremata.

Gaza, raid sulla casa della dottoressa palestinese, un covo di morte

L’abitazione della dottoressa Alaa al-Najjar, luogo di affetti e quotidianità, è stata ridotta a un cumulo di macerie e dolore. Cosa abbia spinto il raid israeliano a colpire proprio quell’obiettivo è una domanda che si solleva con forza. Mentre la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione l’escalation di violenza.

Un conflitto senza  fine

E ancora una volta, sono i civili, e in particolare i bambini, a pagare il prezzo più alto di un conflitto che sembra non conoscere tregua. La vicenda della dottoressa al-Najjar e della sua famiglia è l’ennesimo drammatico monito della devastazione umana che si cela dietro le cronache di guerra. Mentre le autorità israeliane non hanno ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali sull’accaduto, l’eco di questa tragedia si diffonde, sollevando interrogativi e appelli alla responsabilità.

Vittime senza colpa

La Striscia di Gaza, già teatro di un blocco che ne strangola l’economia e la vita quotidiana, si ritrova ancora una volta a piangere i suoi figli. La speranza, sempre più flebile, è che episodi come questo possano finalmente scuotere le coscienze e portare a una de-escalation che ponga fine a un ciclo di violenza in cui a soccombere sono tutti: nessuno escluso.

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di Lorenza Mariani - 24 Maggio 2025