
La dissidente lettone
Galina Timchenko nel mirino di Mosca: chi è la giornalista lettone minacciata dal Cremlino
La Commissione inquirente in Russia ha aperto un caso penale a carico della giornalista lettone di origine russa Galina Timchenko, fondatrice del sito di notizie in lingua inglese e russa Meduza. La 64enne lettone è stata anche direttrice del giornale Lenta.ru, prima di essere licenziata nel 2014 sulla decisione dell’editore Aleksandr Mamut, all’epoca vicino al Cremlino. Timchenko aveva scelto di trasferirsi in Lettonia dopo lo spiacevole episodio.
L’accusa valutata dalla Commissione russa nei confronti della giornalista è quella di aver pianificato le attività di una organizzazione indesiderabile nel settembre del 2024 e nel marzo del 2025, «per alimentare l’attitudine a proteste pubbliche e il coinvolgimento del pubblico nelle attività di una organizzazione indesiderabile», con la diffusione di video in rete. Attualmente gli inquirenti stanno considerando la possibilità di inserire Timchenko nella lista degli indagati.
La persecuzione russa verso la giornalista Galina Timchenko
Il sito di Meduza è stato considerato dal Cremlino come agente straniero nel 2021, così come l’ideatrice Galina Timchenko da agosto del 2024. Dal 2023, per gli articoli pubblicati sull’invasione dell’Ucraina, il quotidiano online è stato considerato come un’organizzazione indesiderabile dalla Russia: questa etichetta rende perseguibili tutti coloro che sono associati alla testata, dai collaboratori fino alle fonti.
In seguito, nel giugno del 2024 un tribunale di Mosca ha imposto alla Timchenko una multa di 140mila rubli (175 dollari) per partecipazione a organizzazione non desiderabile, ossia per aver discusso del lavoro della redazione e aver risposto alle domande dei lettori in un podcast pubblicato nel gennaio di quello stesso anno, come è emerso dai documenti processuali. Per il momento, più di 130 sanzioni sono state recapitate ai media ritenuti indesiderabili e 54 di queste sono rivolte direttamente o indirettamente al sito di Meduza.
Anche l’editore che ha licenziato Timchenko è scappato all’estero
Aleksandr Mamut, lo stesso editore che aveva licenziato Galina Timchenko nel 2014, è poi fuggito dalla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina e oggi vive tra Francia e Gran Bretagna, come aveva scritto Meduza tempo fa. L’editore aveva annunciato di voler finanziare una testata liberale all’estero, per giunta mai nata, per arginare le sanzioni come aveva denunciato il sito d’informazione gestito da Timchenko. Mamut, a cui faceva capo il gruppo editoriale Rambler, venduto nel 2020 a Sberbank, era considerato vicino a Vyacheslav Volodin, ora presidente della Duma.