
Scempio dietro le quinte
Furto al concerto del 1º maggio, il “paradiso del lavoro” si rivela un covo di ladri: strumenti rubati a sfregio dei sindacati (e non solo)
Scempio dietro le quinte: i ladri hanno sfondato il vetro del furgone rubando attrezzature musicali e valigie ai Benvegnù: una chitarra acustica, un basso, una pedaliera. E quel che resta è un grande amaro in bocca...
Furto al Concerto del 1° maggio: e quel che resta è un grande amaro in bocca… Sì, perché la “grande festa dei lavoratori”, l’apoteosi retorica dei sindacati confederali in quel di San Giovanni, si è trasformata in una tragicomica farsa, un emblema beffardo di un’Italia dove persino la celebrazione del lavoro diventa terreno fertile per la delinquenza spicciola. Sembra una barzelletta di cattivo gusto, ma è la cruda realtà: durante il Concertone del Primo Maggio, proprio mentre dal palco si declamavano i sacri principi del lavoro e della solidarietà, ignoti – forse non troppo – si dilettavano a sgraffignare strumenti musicali dalle retrovie.
Furto al Concerto del 1º maggio
A denunciare l’incredibile episodio è stata una delle band che si è esibita sul palco allestito con il sudore – e i contributi – dei lavoratori italiani. Proprio loro, gli artisti chiamati a celebrare la nobiltà del lavoro con la loro arte, sono stati vittime di un furto che sa di beffa e di profonda amarezza. Quello che ha fatto incetta di attrezzi da lavoro, rubati durante la festa dei lavoratori organizzata dai sindacati riuniti.
Sottratti dietro le quinte strumenti musicali e attrezzature tecniche
E non è una boutade o una fake news rilanciata ad arte: è qualcosa che purtroppo è realmente accaduto l Concertone del primo maggio a Roma, in Piazza di San Giovanni in Laterano. Qualcosa che una band che si è esibita all’evento presentato da Noemi, Ermal Meta e Big Mama, ha denunciato: il furto di strumenti musicali e attrezzature tecniche.
La denuncia: ladri hanno sfondato il vetro del furgone rubando strumenti e valigie ai Benvegnù
«Ieri sera, dopo il Concertone del Primo maggio a Roma, dei ladri hanno sfondato il vetro del furgone rubando alcuni strumenti e valigie ai Benvegnù. Inutile raccontare la rabbia e la frustrazione che proviamo. Stiamo procedendo a denuncia formale, ma se potete in qualche modo aiutarci, confidiamo anche nell’aiuto di tutti voi. A seguire troverete foto e descrizione degli strumenti rubati. Aiutateci a fare girare il messaggio. Grazie di cuore a tutti».
Furto al Concerto del 1° maggio: lo scempio dietro le quinte
Recita così la denuncia dell’accaduto e l’appello d’aiuto lanciati dalla stessa band che ieri si è esibita sul palco di Piazza San Giovanni, insieme a Brunori Sas ed Ermal Meta, tributando un omaggio al loro leader Paolo Benvegnù, il cantautore e chitarrista morto improvvisamente lo scorso dicembre. Un messaggio riportato da Libero, dal post su Instagram corredato dalle foto e dalla descrizione dei vari strumenti rubati: una chitarra acustica, un basso, una pedaliera.
E quel che resta è un grande amaro in bocca
E quel che resta della “grande festa dei lavoratori”, dell’apoteosi retorica dei sindacati confederali in quel di San Giovanni, è giusto un grande amaro in bocca… Un retrogusto disdicevole: quello tipico di una tragicomica farsa. Un emblema beffardo di un’Italia dove persino la celebrazione del lavoro diventa terreno fertile per la delinquenza spicciola. Sembra una barzelletta di cattivo gusto, ma è la cruda realtà: durante il Concertone del primo Maggio, proprio mentre dal palco si declamavano i sacri principi del lavoro e della solidarietà (compresa quella tributata ad Hamas e Gaza), ignoti – forse non troppo – si dilettavano a sgraffignare strumenti musicali dalle retrovie.
A denunciare l’incredibile episodio è stata una delle band che si è esibita sul palco allestito con il sudore – e i contributi – dei lavoratori italiani. Proprio loro, gli artisti chiamati a celebrare la nobiltà del lavoro con la loro arte, sono stati vittime di un furto che sa di beffa e di profonda amarezza.
Furto al Concerto del 1° maggio, il paradosso del “lavoro derubato”
Il paradosso è stridente e quasi surreale: la festa del lavoro macchiata dal furto di strumenti da lavoro. Un ossimoro che fotografa impietosamente una certa ipocrisia di fondo e una disattenzione, se non peggio, per la sicurezza di chi ha contribuito a rendere possibile l’evento. Ci si riempie la bocca di diritti, di tutele, di solidarietà, ma poi, nel concreto, non si riesce nemmeno a garantire l’incolumità degli strumenti di chi lavora nello spettacolo.
E viene da chiedersi: chi erano questi “lavoratori” così solerti nel sottrarre gli strumenti altrui? Erano forse gli stessi che applaudivano i sermoni sul palco? Erano infiltrati di qualche “organizzazione spontanea” che vede nella proprietà privata un abominio da espropriare con la destrezza di un borseggiatore? Oppure, più semplicemente, si tratta della solita fauna di approfittatori che banchettano ai margini di ogni grande evento, incuranti di ideologie e proclami?
Sindacati distratti e silenti
La vicenda solleva interrogativi inquietanti sul livello di organizzazione e di sicurezza di un evento così importante, patrocinato e gestito dalle principali sigle sindacali. Come è possibile che in un’area teoricamente sotto controllo siano avvenuti dei furti senza che nessuno se ne accorgesse in tempo? Distrazione colpevole o, peggio, una sottovalutazione del problema della sicurezza che spesso affligge le grandi manifestazioni popolari? I sindacati erano troppo impegnati a sventolare bandiere e a lanciare slogan per accorgersi di ciò che accadeva alle loro spalle. Forse, nel clima di euforia collettiva, qualche “compagno” un po’ troppo zelante ha pensato bene di “redistribuire” la proprietà privata a suo modo.
Depredato il concertone del 1 maggio: la vuota retorica della sinistra italiana
Questo episodio, apparentemente minore, è in realtà un sintomo preoccupante di una certa superficialità e di una retorica spesso vuota che anima certa sinistra italiana. Ci si riempie la bocca di massimi sistemi, di battaglie ideologiche, ma poi si cade rovinosamente sulle questioni più elementari: come garantire la sicurezza di chi lavora per la riuscita di un evento.
Il concertone del primo maggio tra cartolina e foto di un’amara realtà
Il Concertone del Primo Maggio, nato con nobili intenti, rischia di diventare l’ennesima cartolina di un’Italia dove le belle parole si scontrano con una realtà fatta di piccola e meschina delinquenza, di disorganizzazione e, forse, di una certa dose di ipocrisia ideologica. Un “paradiso del lavoro” dove, ironia della sorte, qualcuno si è sentito in diritto di rubare il lavoro degli altri. Un vero schiaffo a chi crede ancora nel valore e nella dignità del lavoro onesto.