
Suicidio assistito
Fine vita, il governo impugna la legge toscana e la sinistra si scatena. FdI: spetta al Parlamento non alle tifoserie
Donzelli: "Impensabile che ciascuna Regione possa decidere di normare su un argomento così centrale e importante". Gasparri: "La sinistra ha intenti speculativi e temerari su un tema delicatissimo". E le opposizioni perdono le staffe: scelta "codarda", atto di "ferocia inaudita" dell'esecutivo
Il governo ha impugnato davanti alla Corte costituzionale la ‘legge toscana’ sul fine vita. E la sinistra scatena una nuova crociata contro Palazzo Chigi gridando al passo indietro “medioevale” come i 5Stelle o alla “inaudita ferocia” come fa uno scatenato Angelo Bonelli. Schema logoro e già visto. Il suicidio medicalmente assistito è un terreno delicatissimo, materiale da maneggiare con cura che, come tutti i dossier eticamente sensibili, dovrebbe essere sottratto al tifo ideologico. Ma per le opposizioni in cerca di spallate su tutti i temi dell’agenda politica è impossibile resistere alla tentazione.
Fine vita, il governo impugna la legge toscana
Sotto attenzione il provvedimento, di iniziativa popolare, approvato a febbraio scorso dalla Regione guidata dal dem Eugenio Giani su “procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza della Corte Costituzionale 242/2019”. A votare a favore erano stati Pd, M5S, Italia Viva e gruppo Misto-Merito e Lealtà. Contrari Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega. Missione del governo sottrarre alle competenze regionali un tema centrale e di interesse nazionale e far legiferare le Camera come prevede la Costituzione. Il primo a sparare a zero sulla decisione di Palazzo Chigi è il governatore toscano, che sui social esprime “profonda delusione” e promette difesa a spada tratta del capolavoro fatto in casa. “Questa legge rappresenta un atto di responsabilità istituzionale e di rispetto verso le persone che affrontano sofferenze insopportabili”.
Donzelli: ottima scelta, spetta al Parlamento normare un tema cosi importante
“Il governo ha fatto bene. Credo sia impensabile che ciascuna Regione possa decidere di normare su un tema così centrale e importante”. Parola di Giovanni Donzelli che da Firenze, dove è in corso la due giorni di FdI sulla cultura, commenta la scelta dell’esecutivo. “Immaginatevi cosa potrebbe accadere con una legge sul fine vita in Toscana, un’altra in Umbria o nel Lazio: chi abita al confine cosa fa, quale legge ha? Su questi temi esiste il Parlamento che, con la sinistra in maggioranza, per anni non ha fatto nulla. Ci sarà il tempo in cui in Parlamento affronteremo il tema però in modo non ideologico. Anche perché – aggiunge – credo che sia una mancanza di rispetto verso le persone che stanno male farne una battaglia politica, partitica, mettendo e piantando bandierine”. Parole d’ordine: rispetto per tutti. “Dobbiamo toglierci la maglietta dei giocatori politici quando si parla della vita per provare a rappresentare tutti insieme il nostro popolo. Sicuramente il centrodestra lo farà prima del centrosinistra”.
FdI: norma chiaramente anticostituzionale
Soddisfatto il coordinatore toscano di FdI, Francesco Michelotti. “L’esecutivo ha ascoltato la nostra richiesta rispetto a una norma che era chiaramente anticostituzionale, perché in piena violazione del reparto di competenze tra Stato e Regioni. La materia del fine vita è tema che riguarda esclusivamente lo Stato, ribadiamo quindi che sarà il Parlamento a legiferare”. Anche Maurizio Gasparri sottolinea l’incostituzionalità della legge toscana, che dimostra “quanto la sinistra abbia intenti temerari e speculativi su un tema delicatissimo. Mentre la Corte costituzionale ha approvato le scelte fatte dalla maggioranza di centrodestra su alcuni temi importanti, il governo conferma che fuori dalla Costituzione si colloca la sinistra con le sue regioni”. Marco Stella, capogruppo forzista al consiglio regionale della Toscana, conferma le denunce fatte a febbraio. “La Toscana, approvando la legge sul suicidio medicalmente assistito, ha aperto un grave scontro istituzionale e costituzionale. Bene ha fatto il governo a impugnare questa norma a nostro giudizio illegittima, di cui Pd, Italia Viva e Movimento 5 Stelle hanno voluto fare una legge bandiera, ideologica, priva di appigli giuridici”. No a fughe in avanti anche per Mariastella Gelmini. “Le Regioni non possono legiferare su un argomento che non compete loro. E non si può costruire una legislazione Arlecchino. Stop, quindi, a fughe in avanti da parte delle Regioni. In Parlamento ci sono delle proposte, tra cui quella presentata da Noi moderati, ripartiamo da lì”.
Pd all’attacco: scelta surreale e codarda
Ma per le sinistre, Pd in testa, è un tema troppo ghiotto per non alzare polveroni. Tra i primi all’attacco Marco Furfaro che definisce “surreale” l’impugnazione da parte del governo. “Una legge che andava a garantire a chi, trovandosi in una situazione davvero drammatica, il diritto a porre fine a quella sofferenza in piena scelta e libertà. Al Governo Meloni la possibilità di scegliere non sta bene”. Per il dem Emiliano Fossi sarebbe addirittura una scelta “codarda”, fatta sulle pelle di tante persone che stanno male. Poi arriva l’artiglieria pesante con Francesco Boccia. “La destra, sempre più regressiva sui diritti e sui temi etici, la smetta con l’ostruzionismo e le ipocrisie e la finisca di giocare sulla pelle di tante persone che aspettano una legge di civiltà”. E sul caso è intervenuta anche Elly Schlein, tuonando contro una scelta che a suo dire sarebbe «ipocrita, cinica e codarda».
Bonelli: è un atto di ferocia ideologica
A sinistra è una gara a chi la spara più grossa. Per De Cristofaro di Avs la scelta di Palazzo Chigi è addirittura disumana. Non è da meno Angelo Bonelli che parla di un “atto di ferocia ideologica contro le famiglie e i malati terminali”. Carlo Calenda non si sottrae, anche se con toni più felpati. “Abbiamo bisogno di una legge sul fine vita da molto tempo. È questione di umanità e decenza. Il governo dovrebbe pensare a questo”. Durissima anche la reazione dell’Associazione Luca Coscioni. “Ricorrendo contro la nostra legge di iniziativa popolare, approvata dal Consiglio regionale della Toscana, il governo prosegue nel disperato tentativo di impedire qualsiasi normativa, nazionale o regionale, che dia garanzie e diritti sulle scelte di fine vita”.