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Femminicidio di Martina. Lilli Gruber cerca di accusare la destra, Cacciari la zittisce: “Ma che c’entra?”
Il triste tentativo di Lilli Gruber di scaricare sulla destra, “Dio, Patria e famiglia”, l’impossibilità di fare “educazione sessuale” nelle scuole, è finito con una figuraccia della giornalista. Non tutti, a sinistra, ragionano con gli stessi schemi dell’ex europarlamentare del Pd, conduttrice di “Otto e mezzo” sulla Sette. L’altra sera si parlava del terribile femminicidio di Martina Carbonaro, ad Afragola, e in collegamento c’era il filosofo Massimo Cacciari, a sua volta storico esponente della sinistra, ma con una visione decisamente meno micragnesca dal punto di vista politico. “Oggi occorrerebbe una buona politica che finanzia una buona scuola – ha affermato Cacciari – che incentiva e promuove una buona cultura nelle scuole, buone letture, inquadramento storico delle grandi trasformazioni antropologiche. L’educazione non serve a insegnare questo o quell’altro mestiere, ma ad attrezzare i giovani, ad affrontare i salti d’epoca. Questo deve fare la buona politica”. Ma la Gruber non ci stava, voleva una definizione di cattiva politica e il professor Cacciari è sbottato. “Ma con la politica di oggi rischiamo di andare indietro!”. E Cacciari: “Ma mi faccia finire, benedetta”. Lilli Gruber non s’è trattenuto e ha sfoderato il suo veleno sulla destra. “Sono benedettissima. La politica parla di educazione sentimentale perché parlare di educazione sessuale, nel regno di Dio, patria e famiglia, non è possibile”.