
Patriarcato in arabo
Femminicidio a Milano: fermato un 50enne nordafricano. A Parma, due giorni fa, un caso fotocopia
Un altro femminicidio, stavolta a Settala, in provincia di Milano. Un uomo di 50 anni, marocchino, è stato arrestato dai carabinieri di San Donato Milanese, nella tarda serata di ieri con l’accusa di omicidio aggravato per avere ucciso la convivente connazionale di sette anni più giovane. A chiamare il 118 e’ stata la figlia di dieci anni.
“Papà ha ucciso la mamma” ha comunicato la piccola. Arrivati sul posto, i militari hanno messo in sicurezza la bambina trovata mentre usciva dal palazzo, seguita da suo padre in stato di alterazione. All’interno della casa è stato rinvenuto il corpo senza vita della madre con diverse ferite da taglio. L’uomo è stato arrestato e accompagnato al carcere di San Vittore. La bambina, illesa, è stata affidata a un parente. Indagini sono in corso a cura dei Carabinieri della compagnia di San Donato Milanese e del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Milano.
Il sindaco di Settala: “La famiglia era sotto osservazione”
La famiglia era “sotto osservazione” dei servizi sociali del Comune che “erano allertati da tempo” per via di una segnalazione. “Tutte le “procedure di controllo e assistenza erano state attivate”. Lo ha spiegato Massimo Giordano, il sindaco di Settala, rispondendo alle domande dei giornalisti in merito all’omicidio della donna di origini marocchine accoltellata ieri sera dal marito, connazionale di 50 anni, nella loro abitazione nella cittadina alle porte di Milano. “Non ci sono parole per definire questo ennesimo femminicidio” ha aggiunto, ricordando che c’è una bimba di 10 anni “protetta nell’immediato” e i servizi sociali sono “già attivi” per le procedure previste in questa vicenda per quanto riguarda la ragazzina minorenne. Proprio lei ha dato l’allarme chiamando il 118.
“Ritengo – ha osservato il sindaco – che tutto quello che la nostra amministrazione ha fatto era perfettamente conforme alle procedure” e che oltre “non si potesse andare. Mi è parso di capire che la situazione non fosse conflittuale ” e comunque “controllata. Credo che i nostri sevizi avessero avuto un colloquio con la signora non da molto tempo” mentre “la bimba non aveva bisogno di aiuto perché la madre era in grado di seguirla”. La famiglia era arrivata a Settala da più di due anni. Lui allora era stato segnalato alle forze dell’ordine per i suoi comportamenti aggressivi.
Anche a Parma un tentato femminicidio sotto gli occhi dei figli
Un drammatico femminicidio che fa il paio con quanto accaduto 48 ore prima in provincia di Parma. Un immigrato tunisino di 58 anni, Dhahri Abdelhakim, ha accoltellato la moglie 48enne a San Secondo Parmense. La donna, anche lei di origine nordafricana, si trova in condizioni gravissime ed è stata trasportata all’ospedale Maggiore di Parma nel reparto di rianimazione.
A dare l’allarme per il drammatico accaduto sono stati i due figli piccoli di 6 e 8 anni della coppia, che sono corsi dalla vicina gridando: «Aiuto, la mamma sta male». La dirimpettaia ha quindi chiamato i soccorsi che sono giunti nel paese in provincia di Parma: quando i sanitari del 118 sono arrivati, le condizioni della donna erano già critiche ma era ancora viva.
Un femminicidio che riporta al centro del dibattito il tema di alcune culture che non hanno rispetto per le donne come ha riportato il Guardasigilli Carlo Nordio affrontando l’emergenza in termini puramente statistici, sotto gli strali ipocriti della sinistra. Su 99 donne uccise nel 2024, ben 16 infatti sono morte per mano di stranieri, questo nonostante gli immigrati costituiscano solo l’8,7 per cento della popolazione.