
Non solo mainstream
Fedez al Congresso dei Giovani di Forza Italia: «A sinistra rifiutano il confronto. Per le battaglie oltre i colori politici io ci sono»
Il cantante ha parlato di quello che ci si aspettava: periferie e disagio giovanile. Ma ha anche avvertito su un certo rapporto perverso tra media e procure. E su Sala e Travaglio ha tirato bordate
Dagospia la sintetizza così: «Fedez svolta a destra». Magari è un po’ troppo, ma certo quel titolo coglie un aspetto finora rimasto più nascosto del cantante ed emerso dal suo intervento al Congresso dei giovani di Forza Italia, ovvero che Fedez non è solo mainstream, inteso come la summa di ciò che caratterizza certa sinistra giovanilistica – e non solo – fatta di conformismo anche quando si maschera da ribellismo. In certe riflessioni, anche se favorite dal vissuto personale; nel porsi problemi sociali cercando di mettere da parte gli schemi ideologici; nella volontà e nel coraggio del dialogo, Fedez sul palco azzurro si è posto fuori da certe radicalità di parte così tipiche di quel mondo a cui spesso è stato facile associarlo.
Fedez al Congresso dei giovani di Forza Italia
Fedez ha animato l’ultimo dibattito del Congresso dei giovani di Forza Italia, che ha eletto per acclamazione Simone Leoni leader dei giovani azzurri. Annunciato dal conduttore de La Zanzara Giuseppe Cruciani e accolto da un grande applauso, ha parlato di quello che ci si aspettava da lui: del suo impegno per le periferie, da ragazzo di Rozzano che non ha mai reciso i legami col territorio, e del disagio giovanile. Ma anche, in modo molto acuto, del rapporto perverso che talvolta si instaura tra procure e media o dell’incapacità di riconoscere l’umanità dell’avversario.
Il «cambio di idea» sulle intercettazioni
Sullo sfondo, si diceva, c’è molto di vissuto personale, ma c’è anche la capacità di farne oggetto di analisi che va oltre quel perimetro. «Una cosa su cui ho cambiato idea è il tema di come con le intercettazioni si possa costruire una falsa narrazione e mistificare la realtà con una facilità incredibile. E soprattutto di come esista un reato nel nostro codice penale che è quello della violazione del segreto istruttorio che è un reato che non esiste, perché non ci si riesce a difendere», ha detto, sottolineando che «l’intervento della stampa, in tantissimi casi di processi mediatici, è puntualmente deleterio rispetto ai processi che vengono fatti nelle aule».
La bordata a Travaglio su Berlusconi
E, ancora, «io ho sentito Santoro dare l’onore delle armi a Berlusconi» dopo che è morto. «Quando io purtroppo vedo Marco Travaglio fare un libro su Berlusconi postumo e fare la promozione pulendo la sedia, ecco – ha detto – quello mi sembra totalmente inutile, se non utile alle tasche di Marco Travaglio per racimolare qualche soldino in più. E lo trovo veramente spiacevole».
L’impegno per le periferie
È ancora il dato esperienziale che torna quando parla di periferie: «Io ne ho toccate diverse, motivo per il quale ho cercato di restituire gli achievement. Insieme al sindaco (di Rozzano, ndr) abbiamo cercato di capire quali potessero i progetti da finanziare, ho finanziato il parco», ha raccontato il cantante, lamentando che «alle periferie manca una calendarizzazione di eventi che possano portare il confronto delle persone, si cerca sempre di fare i grandi eventi in centro città». «Mancano i centri di aggregazione di giovani che parlino con i giovani», ha detto, rallegrandosi poi del fatto che «la cosa buona è che a Milano mancano due anni per cambiare sindaco e Beppe Sala non si può ricandidare. Quindi – ha commentato – questa è un’ottima notizia. Un sindaco influencer anche no».
La salute mentale? «È il problema dei prossimi 15 anni»
Capitolo salute mentale. «Il tema è il problema dei prossimi 15 anni: non può essere un lusso e oggi in Italia purtroppo lo è». «Il bonus psicologo non riesce ad esaurire la richiesta che c’è e il problema è che al centro del dibattito politico non ho mai sentito parlare di salute mentale, sta a voi portare al centro questo tema», ha sostenuto, dicendosi però pronto a fare la sua parte: «Laddove ci sono battaglie che vanno oltre ai colori politici io ci sono sempre».
L’impegno a esserci sulle «battaglie che vanno oltre i colori politici»
Proprio la questione della salute mentale, con particolare attenzione al disagio giovanile, è stato del resto la leva che lo ha spinto ad accettare quell’invito dal congresso arrivato dall’avversario di tante battaglie passate: Maurizio Gasparri, regista di questo incontro a cavallo tra politica e società che ha molti ha anche fatto storcere la bocca.
Il dialogo? «A sinistra si rifiutano di sedersi al tavolo»
«Sono consapevole che la mia presenza abbia creato indignazione. Non mi sono mai sottratto al confronto con persone che hanno idee diverse dalle mie. Ma negli anni – ha raccontato Fedez – ho sperimentato che ogni volta che invito al podcast persone con idee diverse, “di destra”, tipo Vannacci, ogni volta che invito la controparte da sinistra si rifiutano di confrontarsi. È un atteggiamento che non condivido».
Tajani: «Su alcune questioni la pensa come noi»
E, insomma, era praticamente fatta. Senonché da parte di Cruciani è arrivata la domanda fatale: «Oggi cosa voteresti?». «Non voterei, dico la verità», ha risposto Fedez, suscitando un mormorio di protesta della platea: «Eh ragazzi… Non riesco a trovare…», ha spiegato il cantante. E, va bene, chissà, magari si supererà anche questa. «Chi temeva l’ultimo dibattito si è reso conto che Fedez su alcune questioni la pensa come noi: sulle intercettazioni, sullo psicologo nella scuola, sul giudizio sull’amministrazione comunale di Milano», ha detto il segretario azzurro Antonio Tajani nell’intervento di chiusura del congresso.