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Fazzolari avverte sui rischi dell’operazione “volenterosi”

Oltre le foto c'è di più

Fazzolari: «L’Italia lavora per l’unità dell’Occidente, i volenterosi in formato ristretto la mettono a rischio»

Il sottosegretario avverte sulle conseguenze del «confuso attivismo di Macron» e ribadisce il fermo posizionamento dell'Italia al fianco di Kiev, come «scelta di visione strategica anche più ampia della guerra». Le critiche dell'opposizione? «Siamo condannati a governare a lungo...»

Politica - di Sveva Ferri - 17 Maggio 2025 alle 15:35

Non c’è solo la questione dell’invio di truppe in Ucraina, una proposta «poco utile e molto rischiosa». A suscitare fortissime perplessità sul format dei cosiddetti “volenterosi” c’è un tema a monte, perfino più preoccupante: il pericolo che, per la piega che ha preso, possa «minare l’unità dell’Occidente». Uno scenario che nessuno può permettersi. A sottolinearlo è il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, all’indomani delle polemiche sollevate dall’opposizione per la mancata partecipazione di Giorgia Meloni all’incontro di Tirana tra Emmanuel Macron, Keir Starmer, Friederich Merz, Donald Tusk e Volodymyr Zelensky. «L’impegno dell’Italia è sempre stato rivolto a tenere unito l’Occidente davanti alle grandi sfide di questi anni. Continueremo in questa direzione», ha chiarito Fazzolari.

Fazzolari: «Il format ristretto dei volenterosi mina l’unità dell’Occidente»

Il sottosegretario ha ricordato che «l’Italia ha sempre partecipato alle riunioni dei volenterosi, circa una trentina di Paesi», mantenendo la sua posizione «contraria all’invio di truppe in Ucraina». Ma ora «non si capisce bene cosa sia questo cosiddetto “Format ristretto dei volenterosi” per l’Ucraina e quale sia la sua utilità, al netto di un po’ di forzata visibilità per qualcuno». «La forza dell’Occidente – ha chiarito Fazzolari – è stata la sua compattezza: non vedo a chi possa giovare un format che si autodefinisce di volenterosi e che pertanto, per esclusione, dichiara “meno volenterosi” la Commissione europea e Stati molto impegnati come Danimarca, Svezia, Olanda, Repubblica Ceca, Canada eccetera eccetera, dando così un segnale di divisione dell’Occidente che in realtà non c’è». «Qual è il senso e l’utilità di un format come quello che indebolisce l’Unione europea e mina l’unità occidentale?», è stata dunque la domanda posta dall’esponente di FdI.

La «scelta di visione strategica dell’Italia», fermamente dalla parte dell’Ucraina

«Giorgia Meloni e questo governo sono sempre stati fermi e coerenti nel sostegno al popolo ucraino davanti alla politica imperialista di stampo neosovietico messa in atto da Putin. Si tratta di una scelta di visione strategica anche più ampia della guerra in Ucraina», ha proseguito Fazzolari, ricordando che «l’impegno dell’Italia è sempre stato rivolto a tenere unito l’Occidente davanti alle grandi sfide di questi anni. Continueremo in questa direzione».

«Bene il ripensamento di Macron sulle truppe a Kiev: non era una grande idea»

Quanto all’invio di truppe a Kiev, Fazzolari ha accolto con favore il «ripensamento» di Macron, che ora afferma che ieri ha affermato che la questione non è stata affrontata nell’incontro di Tirana. «Non è mai sembrata una grande idea», ha chiarito il sottosegretario, avvertendo che «la proposta francese di invio di truppe, ribadita da Macron pochi giorni fa, è poco utile e molto rischiosa», mentre «la proposta italiana è di applicare, a guerra finita, garanzie all’Ucraina sul modello dell’articolo 5 della Nato, pur senza l’ingresso di Kiev nel Patto Atlantico. Quindi sostegno reciproco tra Ucraina e una serie di Stati occidentali in caso di aggressione. Un vantaggio pure per noi».

Le critiche dell’opposizione? Fazzolari le gela con una battuta

E le critiche dell’opposizione che parlano di Italia «isolata»? Fazzolari le ha liquidate con una battuta: «Con questa opposizione siamo condannati a governare a lungo». «Possibile che non si rendano conto che ben pochi italiani apprezzano il confuso attivismo di Macron sull’Ucraina? Gli italiani – ha sottolineato – sono ben felici di non essere più governati da gente che si limitava ad assecondare le scelte altrui, anche quando insensate, in cambio di una pacca sulla spalla o di una foto di gruppo».

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di Sveva Ferri - 17 Maggio 2025