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Brasile transgender

La sentenza beffa

E’ transgender: per i giudici di Napoli va accolto e protetto. E il migrante ottiene lo status di rifugiato politico

Cronaca - di Marta Lima - 7 Maggio 2025 alle 13:11

La protezione, l’accoglienza e lo status di rifugiato politico può essere ottenuto, in Italia, anche per motivi di identità sessuale. Lo ha stabilito  il Tribunale di Napoli, che ha riconosciuto lo status di rifugiato a Isabella, migrante in Italia ma diventata in Brasile donna transgender.La decisione, attesa da anni, è stata comunicata tramite l’avvocata Mara Biancamano, responsabile legale per Antinoo Arcigay Napoli. “Dopo anni di attesa e ansia, oggi – spiega Isabella – ho tirato un sospiro di sollievo. Sapere che posso vivere in serenità sia fisicamente che psicologicamente è una grande gioia. Il Brasile è un Paese bellissimo, ma per noi della comunità Lgbt è estremamente pericoloso. Viviamo in costante pericolo a causa dell’omofobia e dell’odio, in particolare verso le persone transgender. C’è il rischio costante di uscire di casa, magari per fare la spesa, e non farvi più ritorno, di essere uccise, come è già successo a tante ragazze transgender che conoscevo. Purtroppo, il Brasile è un Paese dove le persone transgender non possono vivere una vita serena, dove le nostre vite non valgono nulla”.

Transgender ottiene lo status di rifugiato politico, esulta l’Arcigay

Esulta l’associazione Antinoo Arcigay Napoli, che cita una pronuncia del 2019 del Tribunale Superiore Federale che equipara la discriminazione basata su genere e orientamento sessuale al reato di razzismo, persiste una violenza radicata contro la comunità Lgbtqia+. “Il Tribunale ha inoltre sottolineato che la gravità della situazione e il rischio corso dalle persone Lgbtqia+ in Brasile non potevano essere disconosciuti per le vicende giudiziarie personali di Isabella, né vi erano ragioni di sicurezza nazionale o ordine pubblico ostative alla sua permanenza in Italia”, dice Daniela Lourdes Falanga, responsabile delle politiche Trans di Antinoo Arcigay Napoli, che aggiunge: “Se la persona trans è migrante, e spesso arriva dagli inferni dei loro Paesi, la questione – rimarca Falanga – diventa davvero infernale. Allora è determinante realizzare un’assistenza che possa nutrire il passaggio della pena con una vera alternativa e, in casi particolari, consentire la permanenza nel nostro Paese affinché non ci si ritrovi con il fine pena e il rischio della vita”. I giudici l’hanno accontentata.

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di Marta Lima - 7 Maggio 2025