
Bruxelles
Dopo l’Europa, anche Mattarella spiazza la sinistra: “Fondamentale recuperare il rapporto euroatlantico”
Altro che polemiche contro Meloni e Trump: il capo dello Stato conferma la centralità del legame con Washington. E l’Europa? Va riformata. Subito
A chi ancora accarezza l’illusione di un’Italia – e di un’intera Europa – disallineata dall’America di Trump, Sergio Mattarella, da Bruxelles, ha opposto una dichiarazione secca e inequivocabile: «È fondamentale recuperare il rapporto euroatlantico». Nessun giro di parole. Il presidente della Repubblica lo ha detto con chiarezza, a margine dell’incontro con il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. E in un colpo solo ha annientato settimane di polemiche sterili su Meloni, Trump e i repubblicani americani. L’Atlantico non è una barriera: è un asse strategico.
L’Atlantico come ponte non come confine
Chi ha storto il naso di fronte alla premier per aver fatto sedere allo stesso tavolo Ursula von der Leyen e J.D. Vance, oggi si ritrova smentito dalla voce più alta dello Stato. E non è una boutade da palcoscenico elettorale, ma un monito istituzionale: l’Europa che si isola dall’America non incide. E quella che indugia, soccombe.
Mattarella: “Serve un’Ue capace di decidere”
«La lentezza dei processi decisionali rischia di far accodare l’Europa a decisioni prese da altri», ha ammonito Mattarella. Nessuna indulgenza verso il macchinoso apparato legislativo europeo. Serve un’Unione autorevole, prestigiosa, che torni a essere – parole sue – «punto di riferimento nel mondo». Altro che europeismo di maniera: qui si rivendica capacità decisionale, rapidità, riforma.
Durante il faccia a faccia con Costa, il presidente ha insistito sul ruolo strategico del riunione dei capi di Stato e di governo dell’Ue: «Il ruolo del Consiglio europeo è cruciale in questo momento, in cui la comunità internazionale è in cerca di nuovi equilibri che garantiscano pace e serenità nel mondo». Regole e cooperazione, sì. Ma con la consapevolezza che l’irrilevanza si combatte solo con la leadership nazionale. «Siamo per una comunità internazionale basata sulle regole e sulla cooperazione. Dobbiamo, in una situazione critica, essere protagonisti».
Immigrazione: il paradosso che la sinistra non vede
Sul fronte dell’immigrazione, altra bandiera sventolata con automatismo da certa sinistra, Mattarella ha messo ancora il dito nella piaga: «L’Europa necessita di manodopera, eppure sul suo territorio ci sono migranti irregolari non formati». Altro che slogan: è una diagnosi precisa. Servono «canali per l’immigrazione regolare» e una «lotta comune ai trafficanti di esseri umani», al fine di «contribuire a ridurre l’immigrazione incontrollata» e «formare in loco professionalità che poi possano venire a lavorare in Europa».
Parole che restituiscono dignità alla parola “governare”. Altro che flussi incontrollati e prediche sull’accoglienza incondizionata: Mattarella evoca un’Europa che seleziona, forma, pianifica. Che non subisce la pressione migratoria, ma la orienta con criterio.
La lezione che la sinistra non commenta
In sintesi, Mattarella – senza mai rinunciare al rigore istituzionale – ha dettato una linea e confermato come il governo sia sulla strada giusta: «Per ricucire un tessuto di regole e una situazione di stabilità occorre un’Unione europea autorevole e prestigiosa capace di essere punto di riferimento nel mondo».