
Addio sogni di gloria
Doccia fredda per Elly, Conte: “Ma quale campo largo, in politica la somma aritmetica non funziona”
L'ebbrezza per la vittoria è già svanita. Il leader 5Stelle avverte la segretaria: Genova non basta per sognare Palazzo Chigi. "Noi ci preoccupiamo del giorno dopo". L'ammucchiata extralarge non tiene
L’ebbrezza per la vittoria è già sfumata. Il sogno di Elly Schlein, che ha esultato come una scolaretta appena promossa per la conquista di Genova e la riconferma di Ravenna, è durato lo spazio di un mattino. Il vento è cambiato, ha detto al mondo, “non ci hanno visto arrivare…” e giù trionfalismi su spallate alle porte. “Fossi in Giorgia Meloni comincerei a preoccuparmi, è il sintomo che qualcosa nel suo rapporto con il Paese si è rotto”, ha giurato sentendosi già a Palazzo Chigi. L’analisi non è poi così raffinata: uniti si vince, l’ammucchiata paga.
Il sogno infranto di Elly Schlein: uniti si vince
“Non mi stancherò mai di ripeterlo: quando ci uniamo, la nostra gente risponde e ci premia. Noi, al contrario della destra che sta assieme per il potere, ci alleiamo per le cose da fare insieme per gli italiani, è una bella differenza”. A freddare i bollenti spiriti per una vittoria locale che non avrà ripercussioni nazionali ci pensa l’amico-nemico Giuseppe Conte, decisivo per il fantomatico campo largo. Nel tardo pomeriggio di ieri, stanco di tante chiacchiere, il leader dei 5Stelle, parlando con i cronisti a Montecitorio, demolisce il mantra dell’unità a tutti i costi. “Le amministrative hanno premiato progetti seri, con interpreti molto vincenti, accreditati, credibili”. Tutto qui, la sacra alleanza non c’entra.
Conte: la somma algebrica non sempre funziona
“Si continua a parlare di campo largo, campo stretto, campo alto, basso, giusto, campo morto, campo santo… La verità è che i cittadini votano i progetti politici e il movimento Cinquestelle si preoccupa di costruire progetti politici seri, concreti, ma soprattutto si preoccupa di costruire progetti che mantengano gli impegni che annunciano ai cittadini”. Più chiaro di così non potrebbe essere. Basta una frase per demolire il racconto del “testardamente unitari” che tanto piace al Nazareno.
Solo alleanze locali, nessuno si illuda
Conte lo scandisce. “Noi ci preoccupiamo anche del giorno dopo, perché sennò ci mettiamo tutti insieme e allora uno può sperare nella sommatoria aritmetica, il che qualche volta può funzionare, in politica di solito non funziona, ma soprattutto non funziona il giorno dopo”. Gioco, partita, incontro. L’ex premier non ha nessuna intenzione di confondersi con gli altri e continua a giocare le sue carte con alleanze saltuarie e locali. Del resto Conte non lo dice, ma i suoi voti di lista crollano e non ha nessuna intenzione di sdoganare la segretaria dem al timone di un’ipotetica coalizione unitaria.
Da Genova a Roma la strada è lunga
Da Genova a Roma la distanza è tanta, la strada è lunga e tortuosa. Il messaggio è chiaro: Elly non si illuda di trasferire automaticamente le alleanze territoriali su scala nazionale. Le distanze abissali dentro l’ammucchiata extralarge sui principali dossier, geopolitica, sicurezza, economia, non si cancellano con un sindaco eletto. Altro che tenuti insieme da progetti mentre la maggioranza sta insieme solo per le poltrone. Le parole di Conte parlano chiaro: l’unico collante che tiene unito il centrosinistra è l’odio verso l’avversario, la mostrificazione del governo, le balle sul ritorno del Ventennio. Un po’ poco per impensierire Palazzo Chigi.