
Sentenza Amara
Diceva : “Non esistono innocenti”. Non lo è neanche lui. Davigo, ex toga “giacobina”, condannato in via definitiva
“Non esistono innocenti, ma solo colpevoli non ancora scoperti”, è la storica frase di Piercamillo Davigo, toga “rosa”, non del tutto ascrivibile a quelle “rosse” ma sicuramente un “giacobino” della giustizia, nel senso dell’integralismo con il quale approcciava il suo lavoro e le vicende che riguardavano i politici. Duro e puro, ma da ieri un po’ meno puro, vista la conferma della condanna di primo grado arrivata dopo la bocciatura del ricorso straordinario in Cassazione contro la condanna per rivelazione di segreto, per aver diffuso i verbali di Piero Amara sulla loggia Ungheria. Una sentenza che chiude una vicenda inattesa, per un profilo come lui, e non di lustro per la magistratura italiana.
Davigo condannato, respinto il ricorso straordinario
“Davigo non si rassegna ma rimedia sconfitte. Dopo la condanna in via definitiva, l’immarcescibile ex magistrato aveva attivato un ulteriore ricorso presso la Cassazione, ma anche questa procedura straordinaria, che seguiva le tre sentenze di primo grado, d’appello e di Cassazione, lo ha visto soccombere. Pertanto Davigo è un pregiudicato, un condannato, un moralista che spiegava agli altri quello che non è riuscito a spiegare a se stesso. Questi sono i personaggi più rappresentativi della recente storia della magistratura italiana. Che annovera tanti eroi, ma anche tanti che hanno predicato bene e razzolato male. Davigo si rassegni. Ma immagino che stia già preparando petizioni all’ONU e al Senato spaziale di Guerre Stellari nella speranza che prima o poi qualcuno gli dia ragione. Intanto ha torto, è condannato, è pregiudicato, e dovrebbe anche smettere di fare il moralista, cosa che ancora fa ogni tanto con una temerarietà degna di miglior causa”, è il duro giudizio del presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri.
La vicenda Amara e la rivelazione del segreto
Piercamillo Davigo (nella foto in alto accanto ad Antonio Di Pietro) è una figura centrale nella storia giudiziaria italiana, noto per il suo ruolo di magistrato nel pool di Mani Pulite e successivamente per le sue posizioni fortemente critiche verso la corruzione politica. La sua carriera si è chiusa con una controversa vicenda giudiziaria legata alla gestione di verbali riservati.
Diventa noto negli anni ’90 come sostituto procuratore a Milano nel pool “Mani Pulite”, il gruppo di magistrati che portò alla luce il sistema di tangenti noto come Tangentopoli. Da sempre sostenitore di una linea intransigente contro la corruzione, si è fatto notare per frasi come: “I politici onesti non si accorgono mai di nulla” o della già citata Non esistono innocenti, ma solo colpevoli non ancora scoperti”, è la storica. Dopo Mani Pulite, è stato Consigliere di Cassazione, Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) dal 2016 al 2017, Consigliere del CSM (nominato dal Movimento 5 Stelle nel 2018).
La sua “disavventura giudiziaria” è legata al caso dei verbali segreti dell’avvocato Piero Amara, ex legale dell’ENI. Nel 2019–2020, Davigo riceve dal consigliere del CSM Marcello Cesari e poi da Paolo Storari (pm a Milano) i verbali segreti di Amara, contenenti accuse gravi e spesso ritenute infondate su una presunta loggia massonica segreta denominata “Ungheria”. Storari si sarebbe rivolto a Davigo lamentando l’inerzia dei suoi superiori e diffonde quei verbali in modo informale, senza seguire i canali ufficiali. I documenti finirono poi pubblicati dalla stampa. Per questo, nel 2023, viene rinviato a giudizio per rivelazione di segreto d’ufficio, perché avrebbe favorito la circolazione dei verbali riservati. A maggio 2024, Davigo viene condannato in primo grado a 1 anno e 3 mesi, pena sospesa, per rivelazione di segreto d’ufficio. Ieri la conferma.