
Modello Usa e getta
Deportazione alla francese: Macron vuole trasferire i detenuti in celle “affittate” all’estero
Come Trump, più di Trump, il presidente francese Emmanuel Macron si dice disposto – di fronte al problema della sovrappopolazione carceraria in Francia – ad “affittare” posti di prigione dove deportare i detenuti “laddove sono disponibili”, anche all’estero. Nel corso dell’intervista torrenziale di oltre tre ore in diretta tv su TF1, Macron ha risposto sul tema della mancanza di celle nei penitenziari transalpini, ragionando su una deportazione alla francese. Ha infatti dichiarato che non solo intende “accelerare” sui cinquemila posti carcerari in costruzione in Francia, ma ha aggiunto di essere disposto ad “affittare” posti in carcere anche all’estero.
L’intervista integrale di Macron a Tf1
Sollecitato dal sindaco di Béziers, Robert Ménard, sulla mancanza di posti nelle carceri francesi, Emmanuel Macron ha detto di voler “accelerare” le cose. “Sì, affitteremo i posti nelle carceri dove sono disponibili, se necessario”, anche all’estero, come ha suggerito il sindaco. “Non c’è nessun tabù su questo”, ha annunciato.
Macron e la deportazione dei detenuti alla francese: modello Trump
Il presidente Macron ha anche assicurato di voler “cambiare le regole” per la costruzione dei 5.000 posti di carcere previsti, in modo da avere “strutture più leggere e molto più veloci da costruire”. “Devono essere fatti con regole di protezione molto più semplici, possiamo alleggerire gli standard”, ha aggiunto.
Ha anche definito come “abbastanza rilevante” l’idea di far partecipare i prigionieri ai costi della loro incarcerazione, come previsto dal ministro della Giustizia Gérald Darmanin. “Sono a favore del lavoro nelle carceri, sono a favore del suo riconoscimento e sono a favore del loro contributo (dei detenuti)”, ha aggiunto il capo dello Stato.
No al referendum sui flussi migratori, sì a quello sul fine vita
Nel corso delle tre ore di intervista, Macron ha annunciato di volere indire nel Paese “diversi referendum nei prossimi mesi” e “contemporaneamente”. In particolare, Macron ha parlato del referendum sul “fine vita”, sul quale è intenzionato a far intervenire i francesi con una consultazione popolare nel caso di uno stop del progetto di legge in Parlamento. Il capo dello Stato ha lanciato un appello a lasciare che il testo percorra il suo iter parlamentare. Se non sarà così, Macron non esclude il ricorso ad un referendum che potrebbe prendere la forma di “un percorso per sbloccare” la delicata questione. Macron ha poi parlato di altre “grandi riforme economiche”, dal campo dell’istruzione a quello sociale, sul quale si potrebbero consultare i francesi. Quanto a un referendum sul tema dell’immigrazione, Macron “non vede come possa rientrare nelle condizioni poste dall’articolo 11” della Costituzione.