
L'uomo in più
Da McTominay a McFratm: la storia dell’eroe scozzese, il “tuttocampista” e l’uomo in più dello scudetto del Napoli
La scelta coraggiosa, l'arrivo discreto e la rinascita sotto Conte: il 28enne centrocampista scozzese che ieri sera ha alzato al cielo lo Scudetto con il Napoli è il nuovo eroe mediterraneo, la sintesi perfetta tra rigore britannico e passionalità partenopea
Il calcio è fatto di storie, di percorsi inattesi e di eroi che emergono dal silenzio per scolpire il proprio nome nella leggenda. Quella di Scott McTominay, il 28enne centrocampista scozzese che ieri sera ha alzato al cielo lo Scudetto con il Napoli, è una di queste. Arrivato in punta di piedi, quasi in sordina, è diventato in pochi mesi l’idolo della tifoseria partenopea, che lo ha subito ribattezzato affettuosamente “McFratm”: un nomignolo che racchiude l’essenza della sua integrazione. Del suo impatto. E di quel legame viscerale che si è creato tra lui e la città.
Semplicemente Scott, da McTominay a McFratm, l’arrivo discreto e la scelta coraggiosa
Scott Francis McTominay, nato a Lancaster ma scozzese di adozione (e di cuore, come ha dimostrato in Nazionale), ha lasciato il Manchester United dopo otto stagioni, 255 presenze e 29 gol. Una scelta coraggiosa, quella di abbandonare il club che lo aveva cresciuto, per affrontare una nuova avventura in Serie A, in una piazza calda e complessa come quella del Napoli. Che l’ha accolto con quel cuore che solo il partenopeo sa mettere in campo. Molti addetti ai lavori lo consideravano un buon giocatore, un mediano di rottura, ma nessuno si sarebbe aspettato una trasformazione così radicale, un impatto così devastante.
La rinascita sotto Conte: un “tuttocampista” moderno
È stato Antonio Conte, il tecnico dello Scudetto azzurro, a plasmarne i contorni dell’uomo gol. Del deus ex machina per lo scudetto. A tirare fuori il meglio di lui. E lui non ha disatteso le aspettative: McTominay si è rivelato un “tuttocampista moderno”, capace di abbinare alla sua innata fisicità un’intelligenza tattica sorprendente e una freddezza sotto porta che ha lasciato tutti a bocca aperta. Da mediano a mezzala; da trequartista persino a seconda punta, la sua duttilità ha costretto Conte a ridisegnare schemi di gioco e tattiche d’attacco e di difesa azzurra, trovando in lui l’arma strategica totale. Il jolly in grado di risolvere le partite.
McTominay, il “goleador” insospettabile: da talento scozzese a eroe mediterraneo
Dodici reti in campionato, sei delle quali decisive da aprile in poi: un record personale mai raggiunto in carriera. Numeri che lo hanno consacrato non solo come “l’uomo in più” del Napoli. Ma anche come il miglior giocatore della serie A 2024/2025. Un riconoscimento che ha lasciato increduli molti, ma che certifica – al di là di ogni ragionevole dubbio – il suo impatto inedito con il calcio italiano e il campionato che ha contribuito a scalare fino alla vittoria. E allora, le sue lacrime al fischio finale di Napoli-Cagliari, la partita che ha consegnato lo Scudetto agli azzurri, hanno raccontato più di mille parole l’emozione di un ragazzo britannico con un cuore diventato profondamente azzurro.
La sintesi perfetta tra rigore britannico e passionalità partenopea
E non solo perché, come scriveva oggi il Corriere della seraì, il giovane talento in forza al Napoli di Conte, è «la perfetta sintesi tra napoletano e scozzese, quella che lo ha trasformato in un fuoriclasse». O perché, «Mister Scott si sposta dalla mediana in attacco. Fa la seconda punta accanto a Lukaku. Va sulla corsia esterna. E fa l’interditore all’occorrenza.
Piedi educatissimi, fisico potente. Vita da atleta, cibo sano con lo chef Mario Sorrentino che tutte le sere cucina per lui pesce e verdura (“qui i pomodori non hanno il sapore dell’acqua”)» incarna la perfetta sinergia tra il rigore britannico e la passionalità partenopea. Ma perché qui in Italia, nel cuore di Napoli e della sua gente, come ha detto lo stesso campione dai capelli rossi che ha conquistato lo scudetto, il suo primo da protagonista, il quarto della squadra, vincere l’ambito primato «vale il mondo». E lui lo ha urlato nel Maradona ebbro di festeggiamenti, e tutto ai suoi piedi…
Da McTominay a “McFratm”: un legame indissolubile con Napoli
Ma al di là dei numeri e dei riconoscimenti, è il legame con Napoli che rende unica la storia di McTominay. I tifosi lo hanno accolto e amato da subito, ribattezzandolo “McFratm”, un’espressione che va oltre il semplice soprannome: un’autentica dichiarazione d’amore. Lui stesso, in un’intervista, ha raccontato lo stupore suo e della sua fidanzata di fronte all’affetto straordinario della gente. «Vincere lo scudetto qui vale il mondo», ha detto dopo la conquista dell’ambìta coppa, dimostrando di aver compreso appieno l’anima di una città che vive di calcio e di passione.
Scott McTominay, da scozzese roccioso a simbolo dello Scudetto napoletano, ha dimostrato che il calcio sa ancora regalare favole. E la sua, a Napoli, è appena cominciata. Il suo futuro è già scritto: quello di un eroe che ha saputo conquistare una città intera, un vero e proprio “Braveheart” che ha piantato la sua bandiera nel cuore partenopeo.