
Il ministro della Difesa
Crosetto fa il punto sulla nostra Difesa: “Tra le ipotesi, un ‘Servizio alla Repubblica’ di 6 o 9 mesi per entrambi i sessi”
Nessuna intenzione di tornare al servizio di leva del secolo scorso, ma l’Italia potrebbe introdurre «un “Servizio alla Repubblica” di 6 o 9 mesi con una componente militare e una civile (da svolgere in protezione civile, cybersicurezza, emergenze ambientali). La Germania, la Francia e la Svezia stanno valutando proprio modelli simili»: è una delle ipotesi allo studio del ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervistato dal Tempo.
Crosetto: “Sul servizio di leva non vogliamo tornare al modello del Novecento”
Sulle eventualità di un servizio di leva obbligatorio per entrambi i sessi, il ministro Crosetto replica con nettezza all’intervistatore. «Non intendiamo tornare al modello del Novecento, ma occorre ragionare su un modello parallelo alle forze armate professioniste, sempre e solo volontario, ma moderno, flessibile e aperto a entrambi i sessi». Per l’esponente di Fratelli d’Italia, «un tale sistema rafforzerebbe la coesione nazionale, la resilienza dello Stato e potrebbe offrire formazione, competenze e opportunità di carriera per i giovani, con concrete possibilità di rafferma volontaria. Ma sono solo ipotesi di studio».
“L’Italia è amica di Israele, ma Netanyahu sbaglia”
L’intervista al ministro della Difesa oltre al servizio di leva rivisto per i giorni nostri, tocca i temi caldi dello scenario internazionale, a cominciare dal Medio oriente. «L’Italia è storicamente amica di Israele. Proprio per questo, da amico, non posso far finta di non vedere ciò che di drammatico sta patendo il popolo palestinese. La sacrosanta guerra ad Hamas non rende moralmente accettabile la morte di innocenti, il blocco degli aiuti umanitari, la mancanza di cibo e cure. Per me la morte di un innocente, uomo, donna o bambino, deve essere giudicata nello stesso modo. A Gaza, come in Ucraina o a Washington. Non possiamo pensare che qualcuno sia giustificato nel compiere atti contro innocenti». Così
Crosetto: serve un patto europeo per la difesa
Il ministro ha illustrato i risultati del recente incontro E5 (Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Polonia) svoltosi a Roma, che ha l’obiettivo di rafforzare la difesa europea con investimenti comuni, interoperabilità industriale e aumento della spesa militare al 2 per cento del Pil. “Oggi l’Ue ha 17 modelli di carri armati, gli Usa solo tre. Serve superare questa frammentazione”, ha dichiarato. Crosetto ha inoltre evidenziato il rischio crescente legato alla “guerra industriale” russa: Mosca ha riconvertito la sua economia in una “economia di guerra”, destinando il 6,7% del PIL alla spesa militare nel 2023 (oltre 100 miliardi di euro).
Il dato più allarmante è la dimensione dell’apparato militare: «Mosca sta reclutando altri 300.000 soldati, portando gli effettivi attivi a 1.600.000, con l’obiettivo di una riserva mobilitabile di 5 milioni. .Per questo, spiega Crosetto. «l’Europa deve rispondere non solo diplomaticamente, ma con un “salto industriale e strategico nella difesa” per riequilibrare lo scenario e rendere possibile una vera pace, basata sulla forza di deterrenza e non sulla resa».