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Il video che mostra i lavori per preparare la Cappella Sistina al Conclave

Verso il 7 maggio

Come cambia la Cappella Sistina per il Conclave: il video che svela i lavori in corso

La Santa Sede ha diffuso un filmato sull'adeguamento della Cappella in vista dell'elezione del nuovo Papa. Anche i traduttori si preparano: i cardinali parlano oltre 30 lingue diverse tra loro, molti comunque sono poliglotti

Cronaca - di Redazione - 3 Maggio 2025 alle 14:28

Fervono i preparativi nella Cappella Sistina, dove mercoledì inizierà il Conclave per eleggere il 267esimo Pontefice. La Santa Sede ha diffuso le immagini esclusive della Cappella in trasformazione. Operai e restauratori sono al lavoro per accogliere i 133 cardinali che il 7 maggio sceglieranno il nuovo Papa. Nel video si vedono, tra l’altro, i vigili del fuoco montare il comignolo cui tutto il mondo guarderà in attesa della fumata bianca e gli operai portare le due stufe nelle quali verranno bruciate le schede dei cardinali elettori.

Il video dei lavori nella Cappella Sistina per preparare il Conclave

Attesi 133 cardinali da 71 Paesi del mondo

Quando le porte della Cappella Sistina si chiuderanno per dare inizio al prossimo conclave, insieme all’incenso e alla preghiera salirà anche un brusio fatto di decine di lingue. Perché se è vero che il latino è la lingua ufficiale della Chiesa cattolica, è altrettanto vero che i 133 cardinali che eleggeranno il successore di Francesco, in rappresentanza di 71 Paesi, sono una piccola Onu in tonaca rossa: poliglotti, cosmopoliti e spesso lontani anni luce dall’immaginario del cardinale italiano ottocentesco caro a tanti film e serie tv.

Oltre il latino: le lingue parlate saranno oltre 30

Il mosaico dei cardinali elettori non è solo geografico, ma anche culturale e linguistico: tra loro si contano oltre 30 lingue, con alcuni porporati che ne padroneggiano fino a sette. Il latino sarà la lingua liturgica ufficiale del conclave, ma nei corridoi si sentiranno accenti che vanno dal tagalog al portoghese, dal coreano al kiswahili.

Pronti i traduttori, ma molti cardinali sono poliglotti

Durante i precedenti conclavi – incluso quello del 2005, che elesse Benedetto XVI – alcuni cardinali si trovarono spiazzati di fronte alla prevalenza dell’italiano, lingua franca del Vaticano, ma non certo universale. Le proteste portarono a un cambiamento: oggi, grazie a sistemi di traduzione simultanea, ogni porporato può seguire gli interventi anche se non parla italiano. Ma attenzione: non tutti se ne servono. Alcuni cardinali padroneggiano cinque, sei o più lingue. Altri, più anziani o provenienti da aree meno globalizzate, si affidano ancora ai traduttori. Secondo dati raccolti da fonti vaticane e pubblicazioni biografiche, la maggioranza dei cardinali parla almeno due lingue, quasi tutti conoscono l’italiano, spesso studiato a Roma, e molti padroneggiano l’inglese, ormai lingua veicolare anche nella Chiesa.

Il record del filippino Tagle, che padroneggia sette lingue

Fra i porporati poliglotti si annovera il filippino Luis Antonio Tagle, molto quotato come papabile, che parla fluentemente tagalog, inglese, italiano, conosce il francese, il coreano, il cinese e il latino. Con almeno sette lingue, è tra i candidati più poliglotti del Sacro Collegio. Il cardinale Peter Turkson (Ghana) parla fante (lingua madre), inglese, francese, italiano e tedesco. Il cardinale Jean-Claude Hollerich (Lussemburgo) tedesco, francese, inglese e giapponese. Il cardinale José Tolentino de Mendonça (Portogallo) parla portoghese (madrelingua), italiano, inglese, francese, latino, greco antico e ebraico. Il cardinale Mario Grech (Malta), segretario generale del Sinodo dei Vescovi, parla maltese (madrelingua), italiano, inglese e latino. Il cardinale Fridolin Ambongo Besungu (Repubblica Democratica del Congo) parla lingala (madrelingua), francese, italiano e inglese. Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede e uno dei papabili più citati in vista del prossimo conclave, è noto per la sua competenza linguistica. Parla fluentemente il francese, ​l’inglese e lo spagnolo.

Ma resta imbattuto il francese Eugène Tisserant: ne padroneggiava 13, compreso l’aramaico

​E in passato? Il record appartiene a un cardinale francese Eugène Tisserant (1884-1972), che come decano del collegio cardinalizio presiedette due conclavi, quelli del 1958 (che elesse papa Giovanni XXIII) e del 1963 (che elesse papa Paolo VI), nonché il Consiglio di presidenza del Concilio Vaticano II: padroneggiava ben 13 lingue, tra cui arabo, aramaico, persiano, siriaco e russo. Un vero linguista-sacerdote che oggi farebbe impallidire perfino alcuni diplomatici Onu.

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di Redazione - 3 Maggio 2025