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Colloqui Iran-usa Roma

Passo dopo passo

Colloqui Usa-Iran, a Roma progressi ma nessun accordo. Tajani: “Tutti devono fare uno sforzo, a cominciare da Teheran”

Quinta tornata di negoziati tra Teheran e Washington. Il ministro Tajani, da Città del Messico, traccia il bilancio: "Mi sembra che tutte le parti ritengano che sia stata una riunione costruttiva. Non ha portato ancora ad una conclusione"

Esteri - di Alice Carrazza - 23 Maggio 2025 alle 20:31

Sono stati «colloqui complicati», ha ammesso senza esitazioni Abbas Araghchi, capo della diplomazia iraniana. Ma, come ha sottolineato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, «tutte le parti ritengono che sia stata una riunione costruttiva». Il quinto round di negoziati tra Usa e Iran, svoltosi a Roma con il sostegno dell’Oman, si è concluso senza un accordo, eppure l’intenzione comune di proseguire il dialogo persiste.

L’Italia come facilitatore nei colloqui Usa-Iran

Da Città del Messico, il vicepremier ha spiegato: «Non entro nel merito del negoziato, ma mi sembra che tutte le parti ritengano che sia stata una riunione costruttiva. Non ha portato ancora ad una conclusione: ci sono ancora degli elementi sui quali non c’è accordo».

Nella suo confronto con Araghchi, Tajani ha ribadito l’impegno italiano: «Gli ho detto che noi lavoriamo perché si possa raggiungere quest’accordo. Ovviamente tutti devono fare uno sforzo, a cominciare dall’Iran». Il punto centrale resta il programma nucleare. «C’è il problema dell’arma atomica», ha detto il ministro, ricordando: «Araghchi mi ha sempre detto che loro non vogliono costruire l’arma atomica, ma questa deve essere una garanzia non solo per oggi, ma anche per il futuro».

Il ruolo dell’Oman e la prospettiva di Roma

Badr Albusaidi, capo della diplomazia omanita, ha parlato di «alcuni progressi, seppur non decisivi» e ha auspicato di «chiarire le questioni ancora in sospeso nei prossimi giorni, per procedere verso l’obiettivo comune di un accordo sostenibile e onorevole».

Tajani ha inoltre espresso il pieno sostegno italiano alla mediazione omanita, confermando che «l’Italia è pronta ad ospitare altri colloqui di pace, perché Roma vuole essere sempre più centro di iniziative che portano la pace, come in Ucraina così in Medio Oriente».

Preoccupazioni sul nucleare e il contesto regionale

Secondo il titolare della Farnesina, «l’accordo sul nucleare iraniano sarebbe fondamentale per arrivare ad una situazione meno tesa» nella regione. «Non è interesse di nessuno che ci sia un’escalation di tipo nucleare – ha aggiunto – sono in contatto costante anche con Rafael Grossi, che sta svolgendo un’opera preziosa anche per quanto riguarda la centrale di Zaporizhzhia in Ucraina».

L’interlocuzione con Israele e il ritiro americano

Axios ha riferito poi che l’inviato americano Steve Witkoff ha incontrato, sempre nella Capitale, il capo del Mossad David Barnea e il ministro israeliano Ron Dermer prima dell’inizio dei colloqui con la controparte iraniana. Un segnale evidente della complessità degli equilibri in gioco. Witkoff ha poi lasciato Roma per ragioni logistiche, come comunicato da Esmaeil Baqaei, portavoce del ministero degli Esteri iraniano.

Le posizioni iraniane e le proposte omanite

Lo stesso Baqaei aveva annunciato in mattinata che la sua delegazione avrebbe esposto «con serietà e fermezza» le proprie posizioni, da lui definite «legittime», in merito all’uso pacifico dell’energia nucleare e alla necessità di revocare le sanzioni.

Araghchi ha poi specificato: «L’Oman ha presentato alcune idee per colmare il gap esistente tra noi e gli Stati Uniti e che potenzialmente potrebbero portare a una soluzione delle questioni in sospeso». Ha infine concluso: «I negoziati sono troppo complicati per essere risolti in due o tre incontri».

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di Alice Carrazza - 23 Maggio 2025