
Clint Eastwood, 95 anni oggi: da mito del cinema a idolo dei conservatori, l’anti-Clooney che ha ridotto i divi contro Trump a una macchietta
Clint Eastwood, genio del cinema e grande libertario e conservatore, compie oggi 95 anni. Una vita da leggenda, la sua, tra mito cinematografico e icona conservatrice, giunto alla soglia del secolo senza minimamente risentire del tempo che passa. E allora, oggi il mondo del cinema celebra il suo compleanno, le 95 candeline di un’autentica leggenda vivente che ha plasmato l’immaginario collettivo per oltre sette decenni, prima come attore, poi come regista impareggiabile.
Clint Eastwood, 95 anni oggi
Volto scolpito nella roccia. Sguardo di ghiaccio e espressione enigmatica, Clint – talento impareggiabile che lo ha reso un’icona globale, ben oltre i confini del grande schermo – non è solo un monumento del cinema. Di più: è anche, e forse soprattutto, un punto di riferimento per un’America che si riconosce nei valori tradizionalisti e conservatori. Un controcanto potente e affascinante al liberalismo spesso ostentato dalla effimera Hollywood, tutta lustrini e polvere di stelle.
Il conservatore senza macchia e senza peccato
Pertanto, se volessimo ridurre tutto a un’equazione, Clint Eastwood è l’icona della destra, quanto George Clooney capeggia la “resistenza” della sinistra a Hollywood, soprattutto contro Donald Trump. Ma di fronte al genio-cowboy – e non solo – che da decenni imperversa nel ruolo di attore e di regista da record, non c’è steccato politico o etichetta stringente che tenga. Impossibile, insomma, ridurre tutto a un mero calcolo proporzionale o a un successo al box office. Anche perché gli interventi con cui il mitico Clint ha fatto la differenza sulla scena americana vanno ben oltre ogni confine proporzionale o limite classificatorio, con buona pace di incassi e riscontri critici.
Un mito senza tempo forgiato da Sergio Leone e poi…
Sì, perché oggi quel cowboy per antonomasia. Quell’Uomo Senza Nome forgiato da Sergio Leone, dall’iconico sguardo ieratico e dalle movenze lente, compie 95 anni. Quasi un secolo vissuto alla scuola della vita (è nato il 31 maggio del 1930 a San Francisco ndr). Una carriera, la sua, da Per un pugno di dollari a Million Dollar Baby, fino all’ultimo successo dietro la macchina da presa con Giurato numero 2, che lo ha visto diventare film dopo film, e successi di pubblico e di critica a profusione, l’eroe americano per eccellenza. L’antidivo per antonomasia. Il mito dell’America combattiva e resiliente. Con lui protagonista di epopee cinefile e al centro della scena in ere socio-politiche che hanno attraversato a passi da gigante traguardi epocali.
Da “Uomo Senza Nome” a “Dirty Harry”: l’icona dell’Antieroe
La sua stessa carriera è un’epopea. Gli esordi con il western televisivo Rawhide gli diedero la prima notorietà. Ma fu l’incontro con Sergio Leone a plasmare il mito. La trilogia del dollaro – Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo – lo catapultò nell’Olimpo dell’immaginario di celluloide con il suo Uomo Senza Nome: un antieroe laconico, spietato ma con un proprio codice etico, che ridefinì il genere western e incise il suo volto nell’immaginario collettivo.
Poi venne l’era di Dirty Harry Callaghan, l’ispettore di San Francisco pronto a superare i limiti della legge per fare giustizia. Un personaggio controverso ma incredibilmente popolare, che lo consacrò come simbolo di una giustizia spiccia, inflessibile e spesso solitaria. In questi ruoli, Eastwood incarnava già quell’ideale di uomo forte, autonomo, che non si piega alle convenzioni. Ma che agisce secondo la propria bussola morale e in nome di valori profondamente radicati nel conservatorismo americano.
Il Maestro dietro la macchina da presa: una regia essenziale e potente
Ma ancora non era abbastanza per lui. Perché Clint Eastwood non si è mai accontentato di essere una star. Negli anni ’70 ha iniziato la sua straordinaria carriera di regista, dimostrando una sensibilità e una padronanza del mezzo cinematografico che pochi attori hanno saputo eguagliare. Film come Gli spietati (Oscar per il Miglior Film e Miglior Regia), Mystic River, Million Dollar Baby (altri due Oscar per Film e Regia), Gran Torino e American Sniper sono solo alcuni esempi di una filmografia imponente, caratterizzata da una regia essenziale. Pulita. Che va dritta al punto, concentrandosi sulla narrazione e sulla profondità dei personaggi.
I suoi film esplorano spesso temi come la giustizia. La redenzione. Il sacrificio. Ma anche la vecchiaia e il senso di colpa. Affrontandoli con una prospettiva spesso cruda ma sempre profondamente umana. Eppure, malgrado la sua fama di “duro”, e il suo personaggio dal fascino impenetrabile e dalla scorza inscalfibile, la sua regia è intrisa di una malinconia e di una compassione che rivelano una complessità artistica che va ben oltre la semplice categorizzazione politica.
L’idolo dei conservatori e il contraltare di Hollywood
Del resto, non è un caso se è proprio sul fronte dei valori che Clint Eastwood si distingue nettamente da gran parte dell’establishment di Hollywood. Mentre attori e registi come George Clooney (spesso citato come archetipo del liberal hollywoodiano) si schierano apertamente su posizioni progressiste e abbracciano cause sociali allineate al pensiero dominante, Eastwood ha sempre mantenuto una posizione più riservata, ma ferma. E inequivocabilmente conservatrice e libertaria.
Non è un caso che sia un idolo per milioni di americani che si riconoscono in principi come la libertà personale, la responsabilità, e una certa diffidenza verso l’eccessivo interventismo statale. La sua apparizione alla Convention Repubblicana del 2012, con il celebre dialogo con la “sedia vuota” che rappresentava l’allora Presidente Obama, è divenuta un simbolo della sua schiettezza e del suo non conformismo politico. Perché, coerente e fedele ai suoi principi, Eastwood non ha mai nascosto le sue idee, ma le ha sempre espresse con la stessa dignità e sobrietà che contraddistinguono i suoi personaggi: senza gli eccessi o il proselitismo che a volte caratterizzano altri colleghi dall’altra parte della barricata.
Tutti motivi per cui oggi, a 95 anni, Clint Eastwood è molto più di un attore e un regista. È un’icona culturale. Un simbolo di coerenza e di integrità artistica e umana. La sua longevità creativa è un esempio per tutti. E la sua capacità di rimanere fedele a se stesso e ai propri principi, anche a costo di andare controcorrente, lo rende un “ribelle” atipico e affascinante. Un vero gigante di Hollywood che continua a lasciare il segno, sul set e fuori. E allora: lunga vita al mito.