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Chat femminicidi

Sondaggio choc tra studenti

Chat dell’orrore sui femminicidi, chi meritava di essere uccisa? Ira Valditara. Il ragazzo chiede scusa e c’è chi minimizza

«Chi meritava di più di morire tra Giulia Tramontano, Mariella Anastasi e Giulia Cecchettin?»: lo sgomento scuote la politica, il mondo della scuola e degli educatori. Gli psocoterapeuti invitano al rigore, a non minimizzare, ma il legale del ragazzo lo "perdona". La sorella di Giulia: "animali"

Politica - di Angelica Orlandi - 16 Maggio 2025 alle 18:52

«Chi meritava di più di morire tra Giulia Tramontano, Mariella Anastasi e Giulia Cecchettin?». Montano sconcerto e smarrimento di fronte al quesito choc di  un sondaggio comparso in una chat WhatsApp di una classe di un istituto superiore di Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza. A rivelarlo è stato l’emittente Rete Veneta, mentre la schermata della conversazione è stata diffusa nei giorni scorsi dall’associazione Women For Freedom. Attrazione per il male, mancanza di empatia, banalizzazione della morte e della violenza. Un orrore su cui in molti si stanno interrogando e su cui la politica è intervenuta a cominciare dal ministro Valditara e dalla sottosegretaria Frassinetti (“Agghiacciante”) . Ecco che il clamore e l’orrore suscitati per la mostruosità del quesito deve avere mosso qualcosa nell’animo della “mente” che lo ha concepito. Ed è così che a metà pomeriggio in una lettera il ragazzo promotore del sondaggio vergognoso ha chiesto perdono.

Il ragazzo promotore del sondaggio choc chiede scusa: “Ho scritto senza pensare”

“Mi scuso umilmente per ciò che ho scritto. Capisco il dolore, la rabbia e l’indignazione che ho provocato. E, purtroppo, non ho giustificazioni né spiegazioni”.  “Mi rendo conto della gravità delle mie parole – sottolinea il ragazzo nella lettera -: soprattutto nei confronti delle tre vittime, di tutte le vittime di femminicidio; e di coloro che hanno perso una figlia, una madre, una familiare o un’amica in un modo così atroce. Non posso neppure immaginare il loro dolore: lancinante come se un pezzo di cuore fosse stato loro strappato all’improvviso”. “Mi ci sono voluti pochi secondi per capire la gravità delle mie parole – si legge ancora-. Ma quando poi i miei genitori hanno appreso il fatto; e ho visto l’espressione sconcertata sui loro visi, ho compreso la vera portata di ciò che avevo scritto: ho pensato a come avrebbero potuto sentirsi i genitori di quelle donne, i loro familiari e i loro amici, leggendo un simile messaggio scritto da qualcuno che nemmeno le conosceva e mi si è gelato il sangue nelle vene”.

“Sono mortificato, non ho giustificazioni né spiegazioni”

“Sono mortificato. E ritengo di dover porgere le mie scuse ai genitori di quelle donne, ai loro parenti e ai loro amici; a tutte quelle persone che hanno subito o subiscono episodi di violenza; alle mie compagne e ai miei compagni. Posso solo dire – conclude il ragazzo – che tutto questo non era nelle mie intenzioni. E che, in realtà, mancava una qualsiasi intenzione o un qualsiasi senso. Ho scritto senza pensare al significato delle mie parole, al loro peso e al loro valore. Il rispetto è dovuto a tutti e la violenza non è mai giustificata, nemmeno quella delle parole. Mi dispiace”.

Chat femminicidi, Valditara: “La scuola saprà prendere provvedimenti”

“Quanto accaduto lascia molta amarezza e dimostra un alto grado di immaturità e di insensibilità- -dice Valditara- . La scuola saprà prendere i provvedimenti opportuni: non solo per sanzionare comportamenti così gravi; ma anche per richiamare alla cultura del rispetto”. Il ministro dell’Istruzione e del Merito ha poi rilevato: “Voglio ricordare a questo proposito che le nuove Linee guida sulla educazione civica prevedono per la prima volta che l’educazione al rispetto, in specie verso le donne, sia ora un obiettivo di apprendimento che deve essere imparato e su cui si dovrà essere valutati. Le nuove Linee guida contemplano inoltre nuove modalità didattiche: (e fra queste il peer tutoring) che riteniamo possano essere particolarmente efficaci per far crescere la maturità e la consapevolezza fra i giovani”.

Chat femminicidi, Zaia: “Sono sgomento”

Sconcertato è il governatore del Veneto Luca Zaia: “È difficile credere che una chat simile possa davvero esistere. Quanto emerso suscita sgomento. E solleva interrogativi profondi sul percorso che ancora resta da compiere per contrastare la violenza di genere. E promuovere una cultura del rispetto. Non sono un giurista, ma se dalle indagini dovessero emergere profili penalmente rilevanti, mi auguro che siano adottati tutti i provvedimenti previsti”. “La denuncia di Women for Freedom rivela uno scenario agghiacciante che deve essere gestito con la massima fermezza dai genitori e dagli insegnanti- interviene la leader di Nm, Mara Carfagna. Questo episodio “costituisce un campanello d’allarme che non può essere sottovalutato. Forse a quegli studenti farebbe bene qualche mese di servizio sociale in un centro antiviolenza, per capire qual è la realtà della sofferenza su cui scherzano.”

Lo psicoterapeuta: “Basta minimizzare”

C’è lo psicoterapeuta Giuseppe Lavenia che non transige: “‘Chi meritava di più di essere uccisa?’ Basta leggere questa frase per sentire un brivido gelido correre lungo la schiena. Non si scherza con il sangue versato. Questa non è ironia nera. Questa è disumanità bianca. Fredda. Distaccata”. Così all’Adnkronos lo studioso. “Se un gruppo di adolescenti arriva a costruire un sondaggio” del genere “significa che abbiamo perso per strada l’educazione emotiva. Non hanno imparato a riconoscere il dolore. Non hanno sviluppato empatia. E forse nessuno gliel’ha mai insegnata davvero. E noi adulti, tutti, dobbiamo smetterla di minimizzare”. Non fa in tempo a terminare che ecco, puntuale, il minimizzatore.

E c’è chi minimizza

E’ l’avvocato Aldo Benato, legale del ragazzo: “Mentre lui ha riconosciuto il proprio errore e lo sta pagando, sul Web circolano commenti minacciosi e denigratori. E’ durata pochi istanti la chat in cui è circolato il sondaggio sui femminicidi. Il tempo di qualche risposta; ma poi il ragazzo, che l’ha proposta, con grande superficialità e senza neanche pensarci, l’ha cancellata. Rendendosi conto di aver fatto una sciocchezza”. In realtà sono pèarole inopportune: “E’ un episodio, senza dubbio da condannare, ma errare è umano. Il ragazzo si è reso conto da solo di aver sbagliato, ha chiesto scusa anche ai familiari delle vittime e ha fatto tutto quanto in suo potere per rimediare. Ma mentre lui ha riconosciuto il proprio errore e lo sta pagando; sul Web circolano commenti minacciosi e denigratori: una vera e propria campagna di condanna nei confronti di questo ragazzo. Non ha fatto qualcosa di irrimediabile: non ha ucciso nessuno, penso che vada accolta la sua richiesta di scuse”. Rendersi conto dell’effetto che provocano parole mostruose significa anche sopportare rabbia e indignazione. E’ una lezione anche questa, strano che l’avvocato minimizzi. Si corre il rischio di essere permissivi e di uccidere moralmente una volta ancora le vittime.

Giulia Tramontano: “Animali”

Implacabile invece, chi è colpito dalla mostruosità in prima persona, come la sorella di Giulia Tramontano: “Si dica di quale scuola si parla e si vada a educare questa classe, perché è pietoso”, dice Chiara. Autrice del libro uscito in questi giorni ‘Non smetterò mai di cercarti’ (Cairo). I ragazzi che hanno partecipato al sondaggio li definisce “animali”.

 

 

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di Angelica Orlandi - 16 Maggio 2025