
A volte ritornano
Case, tassati e tartassati, la “proposta indecente” della Salis: prezzi bloccati e stangata per chi non affitta
Con l'ultima sortita a effetto su case, occupazioni, contratti di locazione e costi, l'eurodeputata di Avs torna a spararla grossa: mettere un tetto al prezzo degli affitti e tassare (senza pietà) chi lascia i propri immobili sfitti per qualunque ragione
Ilaria Salis, neo eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra, torna a far parlare di sé con proposte che sanno di sovietico e che mettono nel mirino, ancora una volta, la proprietà privata. Dopo essere stata catapultata a Bruxelles grazie a una martellante campagna mediatica, la Salis sembra voler ripagare la “fiducia” con ricette economiche degne della peggiore pianificazione centralizzata.
Case, l’ultima “genialata” di Ilaria Salis
A scoperchiare l’ennesima “pensata” della pasionaria rossa sono stati Nicola Porro sulle sue piattaforme e un articolo de Il Giornale, che hanno messo in luce le stravaganti idee dell’europarlamentare in materia di politica abitativa. La Salis, infatti, propone nientemeno che di imporre un tetto massimo al prezzo degli affitti e, udite udite, di tassare pesantemente chi osa lasciare i propri immobili sfitti.
I rilievi di Porro sulla “proposta indecente” dell’europarlamentare
Più esattamente, sottolinea Porro: «E vabbè. Ilaria è convinta che “in Italia la casa” sia “un problema serio” e che dunque, tra i vari modi per risolverlo, si può anche occupare qua e là. Robe già sentite. Ma stavolta l’onorevole Salis ha fatto un passo in più. “Ci sono troppe case lasciate vuote – ha detto – si dovrebbe intervenire a livello legislativo”. Come? “Calmierando i prezzi degli affitti e ponendo un tetto ai costi degli affitti” (con tanti saluti al libero mercato), perché “io credo che un nucleo familiare dovrebbe spendere il 20% del salario per l’affitto” mentre “a Milano la media è del 40%” e “questo non è sostenibile in un Paese dove non c’è il salario minimo”. Un minestrone, e via».
Case, Salis: «Bisognerebbe tassare quelle che vengono lasciate vuote»
Ma il discorso – e la proposta – si fanno anche più impervi… Domanda l’intervistatore – e riporta Porro nella sua analisi – all’ospite istituzionale ospite della Rassegna Antigone condotta da Federico Casanova: ma violare la proprietà privata non andrebbe violato? E Ilaria Salis replica: «Lei cosa intende per proprietà privata?». Seguono momenti di evidente sconcerto; poi la Salis spiega che «secondo lei i movimenti per la casa di solito occupano appartamenti dell’edilizia popolare, non quelle private, anche se – aggiunge – “bisognerebbe tassare le case che vengono lasciate vuote”. “Un intervento legittimo perché le case sono fatte per essere abitate e non trovo giusto che ci siano persone che non hanno una casa e delle persone che ne hanno dieci. Una profonda ingiustizia, quindi bisognerebbe intervenire a livello fiscale per aumentare la pressione fiscale sulle case che sono lasciate sfitte».
Case, Salis e la logica della doppia tagliola: «Tassati e tartassati»
Pertanto, in sintesi, a detta della Salis, le cose dovrebbero stare così (come le riassume Porro): «Voi comprate un immobile per investimento e secondo la Salis se volete metterlo a reddito, affittandolo, potete chiedere solo il 20% del reddito dell’inquilino. Mentre se decidete di disporre del vostro bene come meglio credete, lasciandolo sfitto, dovete essere tassati e tartassati». La logica di una doppia tagliola, insomma…
Le mani nelle tasche dei proprietari di casa
Ma non basta: la proposta di tassare i proprietari di immobili non locati suona come una punizione per chi, magari con sacrifici e risparmi di una vita, ha investito nel mattone e per svariate ragioni (lavorative, personali, o semplicemente per una scelta) decide di non affittare. Un’intrusione inaccettabile nella sfera privata e un attacco frontale al diritto di proprietà, sancito dalla nostra Costituzione.
Viene da chiedersi se la Salis, prima o durante il suo debutto nelle aule dell’europarlamento, abbia avuto modo di studiare qualche manuale di economia del periodo staliniano, visto che le sue proposte sembrano ricalcarne fedelmente i principi più illiberali e fallimentari.
Il silenzio assordante del Partito Democratico e delle altre forze di opposizione (al netto di quelle che hanno contribuito a lanciarne la carriera politica “europea” di fronte a queste “bombe” sganciate a corrente alternata sulla scena internazionale) è a dir poco inquietante. Ci si chiede se compagni di cordata e commilitoni militanti condividano, e fino a che punto, queste visioni anacronistiche. O se preferiscano, per convenienza politica e diplomazia silente, far finta di nulla.
Resta comunque un elemento sul tavolo della discussione. Un dato che non si può e non si dovrebbe sottovalutare: i proprietari di casa non sono bancomat da spremere. Né speculatori da punire. Sono cittadini che, spesso con fatica, contribuiscono all’economia del Paese, con tutto il diritto di scelta e di salvaguardia dei propri beni, spesso faticosamente acquisiti.
Ci auguriamo che il Parlamento Europeo, chiamato ad esprimersi su queste “deliranti proposte”, sappia respingerle con la fermezza che meritano. Evitando di trasformare l’Unione Europea in un’ultima sacca di socialismo reale o in una sorta di laboratorio sovietico. La stagione delle espropriazioni è finita da un pezzo: qualcuno, evidentemente, o non se n’è ancora accorto. O prova a ignorarlo…