
L'ultima follia rossa
Cancellare via Nazionale? Rampelli alle sinistre: “Il Ventennio non c’entra, studiate”
Ossessione ideologica, censura woke, insipienza. E ignoranza della storia L’ultima trovata della sinistra capitolina è da ridere se non venisse da piangere. In tema di toponomastica, terreno particolarmente caro alle sentinelle rosse quando si tratta di bianchettare nomi o eventi storici sgraditi, arriva la proposta esilarante di cancellare via Nazionale, una delle arterie più importanti e simboliche della Capitale, per trasformarla in via della Costituzione. A evocare il totem della suprema Carta non si sbaglia mai. Se poi può servire per eliminare una ‘pericolosissima’ traccia di patriottismo, sovranismo, post-fascismo è perfetto.
Via Nazionale, l’ultima follia delle sentinelle rosse
La genialata è arrivata in Aula Giulio Cesare dai consiglieri di Roma Futura, che sostiene la maggioranza di centrosinistra che guida il Campidoglio. “A Roma – si legge nella mozione – non c’è attualmente una piazza o una via della Costituzione italiana, mentre abbondano vie dedicate a re, papi e battaglie e mai si è pensato a un’iniziativa toponomastica in questo senso”. Immediata la reazione di Fratelli d’Italia. Tra i primi a commentare un nome di peso come Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e architetto “Il nome di via Nazionale non deve essere sfiorato dal furore ideologico della sinistra. La strada – spiega – fu costruita quando ancora Roma non faceva parte del Regno d’Italia da monsignor Merode. Quando Roma venne annessa fu rinominata via Nazionale proprio per onorare gli eroi dell’epopea risorgimentale. E ricordare ai posteri il sacrificio fatto per l’Unità d’Italia. Non a caso, la via nobile così nominata scende verso piazza Venezia e si ricongiunge con il monumento al Milite Ignoto. Vogliono smantellare anche quello?”.
Rampelli: via Nazionale non si tocca, il fascismo non c’entra
La sinistra – prosegue Rampelli – continua a voler cancellare la storia della nostra Patria, “accecata com’è dalla fasciofobia anche quando il Ventennio non c’entra niente. Consiglio di fare questa operazione a via Palmiro Togliatti. Strada a due carreggiate della periferia romana intitolata a chi dichiarò di vergognarsi di essere cittadino italiano e che di gran lunga preferiva essere cittadino sovietico. Via Nazionale non si tocca, semmai il tema è di come rivitalizzarla, dopo che le amministrazioni verde e rosse l’hanno desertificata”.
Santori: Roma chiede decoro non iniziative radical chic
Non è più tenero Fabrizio Santori, capogruppo leghista al Comune di Roma. “Invece di rilanciare una delle strade storiche più importanti di Roma, la sinistra si inventa l’ennesima iniziativa inutile”. Via Nazionale – aggiunge il consigliere comunale del Carroccio – oggi è simbolo di decadenza: negozi chiusi, teatri abbandonati, alberghi in crisi. “Invece di pensare a un tavolo pubblico-privato per il rilancio economico, commerciale e culturale dell’intera area, il centrosinistra pensa bene di cambiare il nome a una via. È questa la priorità per Gualtieri e compagni? È questo il rispetto per una Capitale che chiede decoro, sicurezza, servizi?. Roma – conclude – ha bisogno di buche chiuse, autobus che passano, marciapiedi accessibili, non di trovate da salotto radical chic”.