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Flop della manifestazione “Stop ReArmEu” (foto d’archivio)

70 sigle, 400 manifestanti

Bandiere della pace calpestate dai passanti e più sigle che presenze: il “successone” della piazza «Stop ReArmEu»

Parlare di flop appare riduttivo per la mobilitazione "pacifista" che mette nel mirino Italia e Ue. Poche centinaia in piazza del Pantheon a Roma e una manifesta ostilità da parte di chi si trovava lì per conto suo

Politica - di Natalia Delfino - 10 Maggio 2025 alle 18:06

Erano quasi più le sigle che i partecipanti alla manifestanti alla mobilitazione “Stop ReArmEu” andata in scena stamattina a Piazza del Pantheon. Fra le adesioni si sono registrate quelle della Cgil, dell’Unione degli Universitari, di Avs e Rifondazione comunista, dell’Unione degli studenti, della Rete degli studenti medi e dei Giornalisti contro le guerre, e quelle di altri collettivi. Una lista di discreta entità, insomma, di associazioni, movimenti, partiti, sindacati: 70 sigle, secondo quanto riferito all’agenzia di stampa Adnkronos da Elena Mazzoni della Rete numeri pari e “Transform! Italia”. Che però sono riusciti a portare in piazza poche centinaia di persone: 400, secondo la stima circolata.

Il “successone” della mobilitazione «Stop ReArmEu»

Del resto, a far capire quanto il tema dello «stop alle politiche belliciste dell’Italia e di altri Paesi europei» e, forse ancor di più, la posizione di chi lo sventola siano considerati credibili ci hanno pensato le persone che in piazza del Pantheon si trovavo per ragioni personali: soprattutto mentre la piazza si svuotava, alcune persone hanno deciso di contestare la manifestazione camminando sul lungo striscione con la bandiera della pace steso sui sanpietrini; altri sono passati vicino alla fontana che viene usata come palco facendo il gesto del pollice verso; qualcuno ha calpestato la bandiera della pace e ha sputato in terra.

Ma i promotori ci provano anche a livello nazionale

Ma i promotori non si arrendono. L’obiettivo della manifestazione, è stato spiegato, «è quello di rilanciare la mobilitazione nazionale del 21 giugno, in concomitanza con il consiglio Nato a L’Aja».

(Foto d’archivio)

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di Natalia Delfino - 10 Maggio 2025