
Da Ramelli a Fausto e Iaio
Anni di piombo, La Russa: “Rispettiamo chi muore per un’idea. Una pacificazione è ora possibile”
Il presidente del Senato annuncia un'iniziativa: i familiari delle vittime auspicano un riconoscimento da parte dello Stato.
“Il dico che quando uno muore per motivi politici, per una idea, vittima del terrorismo o della violenza, ha diritto comunque al rispetto di tutti”. Parla di pacificazione. di rispette della momoria il presidente del Senato La Russa. Lo aveva fatto in sede di presentazione del libro di Giuseppe Culicchia- “Uccidere un fascista”, dedicato a Sergio Ramelli. Lo fa oggi in una intervista a tutto campo sul Giornale. “Io non mi sono stancato di dire che occorreva fare eguale attenzione a tutti quelli che persero la vita in quegli anni drammatici”, aveva scandito da Palazzo Madama.
“Pacificazione, ho in mente un’iniziativa”
L’impegno di La Russa è concentrato su quella che definisce pacificazione. Se poi “pacificazione” è un termine che dà fastidio, allora chiedo semplicemente il rispetto reciproco. Cioè il rispetto che è dovuto alla memoria di ragazzi morti per le loro idee. Di destra, di sinistra, innocenti, meno innocenti: mi interessa poco”. Il presidente del Senato è molto ottimista sulla possibilità di una ‘riconciliazione’ dopo gli anni di piombo ed aggiunge: “Ho una iniziativa in mente, ma ora non la dico”. Nel colloquio si parte dalla riapertura delle indagini sull’omicidio di Fausto e Iaio (Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci) avvenuto nel marzo del 1978. La Russa aveva esprsso soddisfazione per le nuove indagini sui due militanti del Leoncavallo uccisi nel 1978. «Credo che sia un atto dovuto e giusto. Fausto e Iaio erano due ragazzi assolutamente innocenti, uccisi a Milano, nel 1978, davanti al centro sociale al quale appartenevano”.
I tentativi del passato per una pacificazione
Ha ricordato l’operazione del presidente della Repubblica Napolitano, una quindicina di anni fa; quando promosse un incontro tra la vedova di Luigi Calabresi e la vedova di Pino Pinelli. Il poliziotto e l’anarchico. Vittime – opposte – dei primissimi anni di piombo. Un’iniziativa molto apprezzata dalla quale – aggiunge- nacque “la sua decisione di realizzare una pubblicazione della Presidenza della Repubblica che elencava i nomi di tutte le vittime del terrorismo. Mi chiese in quell’occasione una nota su Ramelli. Ricordo che anche Veltroni, quando era sindaco, promosse un incontro tra i parenti dei fratelli Mattei e i parenti di Valerio Verbano. I fratelli Mattei erano i figli di un dirigente del Msi al quale bruciarono casa, nel 1973, e loro morirono nell’incendio. Un ragazzo di vent’anni e un bambino di otto. Verbano era un militante di sinistra, 19 anni come Ramelli e come Fausto e Iaio, ucciso davanti ai genitori, dentro casa”.
“I parenti delle vittime auspicano un riconoscimento”
Una pacificazione è possibile, ribadisce la Russa, annunciando un’iniziativa in tal senso che sta maturando. I parenti delle vittime se lo aspettano, conferma. Moltissimi familiari delle vittime del terrorismo sono ancora vivi. E questo non è un ostacolo, anzi. “Credo che la grande maggioranza di loro auspichi soprattutto un riconoscimento. Anche un riconoscimento tangibile dello Stato. E questo è molto giusto».