
Meglio tardi che mai
Alla fine anche Conte e Schlein si accorgono delle minacce social alle figlie di Meloni e Piantedosi: «Piena solidarietà»
I due leader intervengono a fine giornata, dopo ore dall'esplosione del caso. La segretaria dem: «Il confronto politico e la critica non devono mai, in un Paese democratico e civile, trascendere in odio e minaccia, in intimidazione personale o familiare»
Alla fine ce l’hanno fatta: anche Elly Schlein e Giuseppe Conte hanno espresso solidarietà a Giorgia Meloni e al ministro Matteo Piantedosi per gli attacchi di odiatori social rivolti alle rispettive figlie. Certo, le parole dei leader dei due maggiori partiti dell’opposizione sono giunte veramente tardi rispetto alla gravità di quanto accaduto e all’eco che ha avuto la notizia: le prime agenzia hanno battuto la denuncia di FdI poco prima delle 13, i loro commenti sono arrivati poco prima delle 20. Ma – come si dice – meglio tardi che mai.
La solidarietà di Conte a Meloni e Piantedosi
Nel caso di Conte viene anche un po’ da dire “meglio di niente”, considerato che il leader M5S ha speso più parole per sé che per Meloni e Piantedosi e che si è guardato bene dall’esplicitare un pensiero articolato sul tema di fondo: quel «clima malato» e «violento» contro il quale la premier, in un messaggio totalmente spersonalizzato, aveva sollecitato l’unità di tutta la politica, «perché esistono confini che non devono essere superati mai. E difenderli è una responsabilità che va oltre ogni appartenenza». Conte sui propri social ha scritto che «purtroppo sono passato anche io per orribili e inaccettabili minacce ai figli: un imbarbarimento che non auguro a nessuno. Piena solidarietà a Meloni e a Piantedosi».
Schlein: «Minacce orrende e inaccettabili. Le critiche non devono mai trascendere in odio»
Più partecipata, sia dal punto di vista umano che da quello politico, suona invece la dichiarazione di Schlein. «Orrende e inaccettabili le minacce sui social ai figli di Meloni e Piantedosi, cui va la nostra solidarietà per le intimidazioni ricevute. Il confronto politico e la critica – si legge in una nota della segretaria dem – non devono mai, in un Paese democratico e civile, trascendere in odio e minaccia, in intimidazione personale o familiare».