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Alla Camera la sinistra “arruola” Mirko Tremaglia. Il nipote l’inchioda: “Ricordate che non si pentì mai di aver aderito alla Rsi…”
“Tremaglia, uno di noi”: possibile, se lo dice la sinistra antifascista? In Italia, però, tutto può succedere: ieri alla Camera, durante l’esame del decreto cittadinanza in Aula, alcuni esponenti del centrosinistra, tra gli altri Fabio Porta e Piero Fassino, hanno preso la parola accusando il centrodestra con questo provvedimento di offendere la memoria di Mirko Tremaglia padre della legge sul voto degli italiani all’estero. Il nipote, Andrea Tremaglia, deputato di FdI ha preso la parola per replicare: “Confesso una certa difficoltà nell’intervenire in questo frangente – ha detto – ma senza dubbio ringrazio i colleghi che anche privatamente hanno manifestato una stima, un ricordo nei confronti di mio nonno ma trovo da parte di altri colleghi curioso il tentativo di inserire molto tardivamente nel pantheon della sinistra un sottotenente della Repubblica sociale italiana mai pentito di questa sua scelta”, un uomo, ha aggiunto tra gli applausi del suo gruppo, “per decine di anni attaccato, vilipeso, offeso minacciato di morte anche da esponenti della sinistra. Sono felice per l’elasticità mentale dopo 40 anni ma “lasciamo stare i morti”.