
Migranti
Albania, oggi Meloni a Tirana. E alla Camera passa il decreto sui centri di permanenza e rimpatrio
Oggi Tirana e l’Albania sono il cuore pulsante della politica continentale per la sesta edizione del Vertice della Comunità politica europea. All’evento che, per la prima volta, approda nei Balcani occidentali, sarà presente anche la premier Giorgia Meloni che ha con il presidente albanese, Edi Rama, un rapporto consolidato di amicizia e comunanza politica. Il bilaterale con Rami, reduce dal successo elettorale alle politiche, sarà un’occasione strategica per rilanciare l’intesa Italia-Albania sui migranti. Al termine del faccia a faccia verrà adottata una dichiarazione congiunta per rafforzare ulteriormente la cooperazione tra i due Paesi.
Oggi in Albania il vertice della Cpe, attesa Meloni
Al centro dei lavori del Cpe la guerra in Ucraina, con la partecipazione attesa di Zelensky. Tra i temi chiave anche sicurezza, migranti e l’allargamento dell’Unione europea. A fare gli onori di casa è il primo ministro albanese, impegnato ad accogliere le delegazioni. Tra i primi ad arrivare, il premier olandese Dick Schoof, quello spagnolo Pedro Sanchez e l’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Kaja Kallas. Al centro della piazza, danzatori in abiti tradizionali albanesi si esibiscono in una coreografia di benvenuto.
Via libera della Camera al decreto Albania su Gjader
Intanto la Camera ha approvato in prima lettura il decreto Albania che trasforma i centri di Schengjin e Gjader in strutture destinate a ospitare immigrati in attesa di rimpatrio. Al Senato, invece, arriva l’ok al decreto Cittadinanza che introduce restrizioni al riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis. Due provvedimenti che rafforzano le politiche per l’immigrazione del governo. Il dl Cittadinanza prevede che i discendenti di cittadini italiani, nati all’estero, saranno automaticamente cittadini solo per due generazioni. I nuovi “paletti” valgono solo per chi ha un’altra cittadinanza (in modo da non creare apolidi) e si applicano a prescindere dalla data di nascita.
I due centri albanesi diventano centri per il rimpatrio
A Montecitorio il decreto Albania incassa il sì definitivo. A fine marzo Palazzo Chigi aveva varato con un decreto una mini modifica al «progetto Albania». Il cuore del dl prevede la trasformazione dei due centri in Albania, Shengjin e Gjader, in veri e propri Centri di permanenza e rimpatrio (i cosiddetti Cpr). Il decreto cambia la destinazione d’uso delle strutture. La misura prevede che i migranti possano restare nelle strutture fino a 18 mesi, il tempo necessario per completare le pratiche di espulsione verso i Paesi di origine. La novità introdotta serve per alleggerire la pressione sulle strutture di accoglienza e per svuotare i centri di permanenza in Italia. Con la nuova destinazione, nei centri in Albania finiscono gli immigrati destinati al rimpatrio e che abbiano commessi reati.