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Abuso d’ufficio, la Consulta zittisce la sinistra e dà ragione a Nordio: “L’abolizione è costituzionale”

La paura della firma

Abuso d’ufficio, la Consulta zittisce la sinistra e dà ragione a Nordio: “L’abolizione è costituzionale”

La sentenza sotterra mesi e mesi di crociata delle opposizioni contro la riforma varata dal ministro della Giustizia. La maggioranza: ci hanno descritti come amici dei criminali, oggi sono stati smentiti

Politica - di Sara De Vico - 8 Maggio 2025 alle 15:20

Un’altra tegola per la sinistra. La Corte costituzionale ha stabilito che l’abrogazione dell’abuso d’ufficio non è incostituzionale. Una sentenza che sotterra mesi e mesi di crociata delle opposizioni contro la riforma varata dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Il verdetto arriva al termine di una camera di Consiglio che ha affrontato le questioni di legittimità costituzionale sollevate da quattordici autorità giurisdizionali, tra cui la Corte di cassazione, sull’abrogazione del reato di abuso d’ufficio. La Corte ha ritenuto ammissibili le sole questioni sollevate in riferimento agli obblighi derivanti dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (la cosiddetta Convenzione di Merida).

Abuso d’ufficio, la Consulta zittisce la sinistra: si può abolire

Bocche cucite delle sinistre sulla sentenza che demolisce il racconto sul governo “amico dei corrotti”. Grande, invece, la soddisfazione del Guardasigilli Nordio. La sentenza “ha confermato quanto sostenuto a più riprese in ordine alla compatibilità dell’abrogazione del reato di abuso di ufficio con gli obblighi internazionali. Mi rammarica – aggiunge – che parti della magistratura e delle opposizioni abbiano insinuato una volontà politica di opporsi agli obblighi derivanti dalla convenzione di Merida. Auspico che nel futuro cessino queste strumentalizzazioni, che non giovano all’immagine del nostro Paese e tantomeno all’efficacia dell’amministrazione della giustizia”.

Nordio: stop alle strumentalizzazioni che non giovano all’Italia

“Decisione sacrosanta” per Maurizio Gasparri che sottolinea come “molti magistrati e molti politicanti” avevano costruito anche su questo tema una narrazione intrisa di bugie”. ”Noi vogliamo perseguire la corruzione, la concussione e tutti i reati”, continua il presidente dei senatori azzurri. “Ma vogliamo far presente che per quanto riguarda gli abusi di ufficio nel 2021 su 4.745 indagati per abuso d’ufficio, 4.121 sono stati archiviati. Nel 2022 su 3.938 indagati sono stati archiviati 3.536. Nel 2021 ci sono state 318 sentenze per questo reato con 9 condanne, il 2,8%. Nel 2022, 18 condanne su 205 sentenze”.

Gasparri: decisione sacrosante, figuraccia della sinistra

Morale: era una norma non necessaria, perché si possono combattere i fenomeni di corruzione con le norme vigenti senza ulteriori bardature che portano soltanto a una paralisi burocratica. “Hanno fatto la loro consueta figuraccia“, conclude Gasparri. Dello stesso parere il forzista Enrico Costa che ricorda i mesi e mesi di propaganda della sinistra, dell’Anm, dei forcaioli, che hanno descritto l’abrogazione dell’abuso d’ufficio come un intervento incostituzionale. “Hanno interpretato le convenzioni internazionali in modo distorto per sostenere i loro interessi politici. Ci hanno descritto come complici dei criminali. Oggi la Corte Costituzionale e li ha smentiti”.

Sisto: la paura delle firma ha paralizzato le decisioni

Il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto ricorda che la Convenzione di Merida non obbliga alla presenza nell’ordinamento giuridico del reato di abuso d’ufficio. “Legittimamente – spiega – si è scelto di abrogare una fattispecie di reato molto gravosa nell’economia della giustizia. Per troppi anni la ‘paura della firma’ ha paralizzato la mano dei decisori pubblici, bloccando scelte e decisioni. Senza dimenticare che il nostro bagaglio legislativo contiene in sé numerose armi per contrastare la corruzione. Il principio di fondo che abbiamo voluto affermare – conclude Sisto – è dunque legittimo, e oggi ne abbiamo la più autorevole delle conferme”.

 

 

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di Sara De Vico - 8 Maggio 2025