
Per non dimenticare
Strage di Primavalle, Meloni: “Ricordare Stefano e Virgilio è un dovere morale. Nulla si costruisce sull’odio”
A 52 anni dall'inferno in casa Mattei appiccato da attivisti di Potere Operaio l'omaggio della politica e delle istituzioni. Fu una barbarie alimentata dalla violenza ideologica che segnò per sempre la nazione. FdI: non sono vittime di parte ma Figli d'Italia
“Stefano e Virgilio Mattei furono bruciati vivi nella loro casa. Due ragazzi innocenti, uccisi dalla furia ideologica e dall’odio politico. Ricordarli oggi non è solo un dovere morale: è un atto di giustizia verso la verità e verso la storia. Perché nulla si costruisce sull’odio. E perché certi orrori non devono accadere mai più. Non dimentichiamo”. Così la premier Giorgia Meloni su twitter nel giorno del 52esimo anniversario della strage di Primavalle, in cui, nell’inferno appiccato da tre esponenti di Potere operaio, morirono i due fratelli, “colpevoli” di essere figli di Mario, l’allora segretario della sede missina del quartiere.
Primavalle, Meloni: ricordare Stefano e Virgilio è un dovere morale
Una ferocia disumana, rimasta impunita, una ferita che ancora brucia e che ha segnato profondamente non solo la comunità della destra ma l’intera nazione. Tanti i ricordi e gli omaggi della politica alla memoria dei fratelli Mattei. La giornata si è aperta con l’inaugurazione di un maxi murale raffigurante Stefano e Virgilio con alle spalle un tricolore e due calle bianche di fronte al fronte al palazzo dove vivevano nel cuore del quartiere popolare della città. Una cerimonia emozionante alla presenza delle massime cariche dello Stato, di esponenti del governo, del Parlamento e delle istituzioni locali. Ignazio La Russa, Fabio Rampelli, Francesco Rocca, Alessandro Giuli. Dopo gli omaggi della seconda carica dello Stato, del vicepresidente della Camera, del governatore del Lazio e del ministro della Giustizia presenti sul luogo del rogo di 53 anni fa, tra i primi a rivolgere il suo pensiero ai fratelli Mattei il presidente della Camera Lorenzo Fontana. “Violenza nel nome di un’ideologia cieca. Abbiamo il dovere di rigettare ogni forma di odio che trasforma il dissenso in annientamento. Mai smarrire il rispetto per la vita dell’altro”.
Urso: la falsa narrazione complice di quell’atto di barbarie
Il ministro Adolfo Urso sottolinea la falsa narrazione mediatica complice di quell’atto di barbarie. “Ricostruire la memoria storica di quegli anni è un dovere civile. Per questo che due anni fa abbiamo promosso l’emissione di un francobollo dedicato proprio al ricordo di quella tragedia”. Molto toccante l’omaggio di Maurizio Gasparri all’epoca dell’attentato giovane militante, che conosceva bene la famiglia Mattei. “Partecipai ai funerali strazianti di Stefano e Virgilio. Due ragazzi innocenti barbaramente uccisi nell’incendio della loro casa. Fu un attentato terroristico mosso esclusivamente dall’odio politico, che segnò per sempre la storia italiana”. Il capogruppo dei senatori di Forza Italia ricorda ancora il silenzio vergognoso calato sulle tante tragedie figlie degli anni di piombo. E il racconto falsato da titoli come quelli del “Messaggero’, che ridusse tutto a una faida interna tra missini. E ancora le indegne posizioni di chi come Franca Rame “espresse solidarietà agli assassini invece che alle vittime. La giustizia arrivò tardi, troppo tardi, e in modo parziale. I responsabili riuscirono a fuggire all’estero, protetti da complicità e silenzi che ancora oggi gridano vendetta. L’Italia – conclude Gasparri – ha il dovere di tenere viva la loro memoria, per non cedere mai all’oblio né all’ipocrisia”.
Frassinetti: non sono morti di parte ma figli d’Italia
Emozionante il ricordo di Paola Frassinetti, sottosegretario all’Istruzione, che ha partecipato alla cerimonia della mattina. “Davvero molto bello e significativo il murales. Seppur molto giovane, ricordo quel terribile rogo che ci lasciò costernati e increduli, l’odio politico che aveva caratterizzato quegli anni aveva causato una tragedia immane. Dopo oltre 50 anni è importante continuare a tramandare ai più giovani l’idea che i Fratelli Mattei non sono morti di parte ma figli d’Italia”
Foti: vicino alla famiglia che ha subito decenni di depistaggi e silenzi
“A distanza di oltre cinquant’anni non dimentichiamo Stefano e Virgilio Mattei, vittime innocenti del rogo di Primavalle del 16 aprile 1973”. Così il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti. “La loro unica colpa – prosegue – fu quella di essere i figli dell’allora segretario della sezione del Msi nel quartiere romano di Primavalle. Rivolgo la mia vicinanza alla famiglia Mattei che, oltre al dolore della perdita, ha dovuto affrontare decenni di silenzi, depistaggi e tentativi di rimozione della verità”. Da Fratelli d’Italia tanti i ricordi, gli omaggi, le testimonianze. “Le omertà, le falsità e i depistaggi che accompagnarono le indagini aggiungono al dolore la rabbia per un delitto di cui ancora oggi non conosciamo i colpevoli”, ha detto Galeazzo Bignami, capogruppo alla Camera. Sui social l’europarlamentare Nicola Procaccini sottolinea la necessità di restituire valore alla memoria e alle vittime innocenti dell’odio e della violenza ideologica. “Farlo attraverso un murale nel luogo della strage, significa costituire un presidio di libertà e di democrazia”.
Da FdI il monito a storicizzare perché non accada mai più
Anche Massimo Milani, deputato di FdI, si concentra sul murale, segno tangibile di una memoria che non deve passare. “Memoria per storicizzare e affermare che mai più si ripeta una tragedia come quella che oggi ricordiamo. Il tempo passa ma non cancella gli orrori del passato”. Per Augusta Montaruli quello che oggi noi possiamo fare è “tenere viva la memoria, abbassare i toni dello scontro politico, per evitare che il clima d’odio di quegli anni non si ripeta più”. Anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri a nome della città ricorda “con commozione Stefano e Virgilio Mattei, due giovani vite spezzate in una tragedia che ha segnato profondamente la nostra città. È dovere di tutti custodire la memoria di quel dramma, rifiutando ogni forma di odio e violenza politica”