
Papabili
Italia e Francia divise sul nuovo Papa? Sì, ma dallo stile. E Macron ne esce nuovamente sconfitto
L'attesa del conclave moltiplica i retroscena sugli auspici dei governi e da Roma arriva una lezione di savoir-faire al presidente francese: «Preferenze? Inopportuno mettere in mezzo la politica»
Per chi “tifa” il governo al conclave? La domanda sembra assillare i retroscenisti, che ogni giorno propongono letture, analisi, indiscrezioni su quando l’esecutivo auspichi o tema questo o quel “papabile”, conservatore nel primo scenario, progressista nell’altro. Oggi è la volta del Fatto quotidiano, sul quale si legge che «Anche in conclave è Meloni vs Macron: incubo Zuppi a Chigi».
Per chi “tifa” il governo al conclave?
Ora, è probabile, com’è naturale che sia, che all’interno del governo vi sia uno spiccato interesse per chi sarà il nuovo Pontefice, che d’altra parte, oltre che capo della Chiesa, è leader di notevole influenza a livello globale. Sarebbe dunque bizzarro pensare che dalle parti di Palazzo Chigi, Montecitorio e dintorni la questione lasciasse indifferenti. Detto ciò, però, nulla è trapelato su quali possano essere le eventuali preferenze. E, anzi, come rileva lo stesso Fatto, tutti si guardano bene dal proferire parola e, interrogati sul tema, rispondono che non è proprio il caso di mettersi in competizione con lo Spirito Santo.
«Metterci in mezzo la politica è la cosa più inopportuna»
L’ultimo in ordine di tempo è stato Giovanni Donzelli. «Aspettiamo, per chi è credente in religiosa attesa, per chi non è credente con laica curiosità, che il conclave inizi e faccia il suo lavoro. Io che sono laicamente nelle istituzioni, ma credente nella mia vita, confido nello Spirito Santo. Obiettivamente metterci in mezzo la politica è la cosa più inopportuna e senza senso che possa esserci», ha detto il deputato e responsabile organizzazione di FdI, rispondendo a una domanda dei giornalisti proprio sul titolo del Fatto e sull’ipotesi del sostegno di Macron a Zuppi, presuntamente inviso Zuppi a Roma. Non è andata meglio a chi nei giorni scorsi ha intercettato sul tema il vicepremier Antonio Tajani. «Non ho preferenze, io sono credente e praticante, sono i cardinali ispirati dallo Spirito Santo che scelgono l’erede di Pietro quindi chiunque decidano per me va bene», ha risposto. E questo è l’andazzo generale.
Italia e Francia divise sul nuovo Papa? Sì, ma dallo stile
Insomma, se proprio bisogna metterla in termini di derby tra Roma e Parigi anche rispetto a questo tema, semmai il punto è quello dello stile, con l’attivismo un po’ goffo di Macron da un lato e il confacente silenzio del governo italiano dall’altro. Ma in fin dei conti è solo la conferma di attitudini diverse già misurate su altri temi e in altre occasioni, compresi i funerali del Papa. Poi, vabbè, da qui al 7 maggio, data di apertura del conclave, sarà una lunga settimana. E se ne leggeranno ancora tante: anche questo fa parte del “rito”.