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Riarmo, il “trappolone” di Conte per far saltare la Schlen: mozione-esca. E il Pd si spaccherà anche in Parlamento

Il voto

Riarmo, il “trappolone” di Conte per far saltare la Schlen: mozione-esca. E il Pd si spaccherà anche in Parlamento

Politica - di Leo Malaspina - 17 Marzo 2025 alle 14:12

La trappola per Elly Schlein ha un regista occulto all’esterno del Pd: Giuseppe Conte, il leader del M5S che capeggia il fronte del “no al riarmo” della Ue e che dopo la frattura del voto in Europa consumatasi nel Pd ora cerca di provocare una vera e propria scissione nel dibattito che da domani si svolgerà in Parlamento. Spentisi gli echi della piazza “europea”, più o meno unitaria ma certamente molto “paracula”, Elly Schlein è chiamata a rimettere insieme i cocci del Pd, ma il rischio è che lo strappo avvenuto mercoledì corso a Strasburgo potrebbe ripetersi anche nel Parlamento italiano. Il Pd si spaccherà? Probabile. Ma quale linea prevarrà? Mozione dura anti-riarmo, magari con i grillini, light per non scontentare la minoranza pro-Von der Leyen o solita divisione tra filo-Schlein, astenuti per convenienza e assenti last minute? A sinistra un nuovo caos è alle porte, sulle mozioni. A destra, con spigolature diverse, la quadra si troverà. Il Presidente del Consiglio ha preparato già il passaggio al Senato e alla Camera di domani definendo il testo della risoluzione di maggioranza con cui saranno approvate le comunicazioni. Ma a sinistra? Conte costringerà Schlein a sfidare i suoi “guerrafondai”?

Il trappolone sulle mozione riarmo sì, riarmo no di Conte a Schlein

“Formulare una risoluzione che tenga tutti insieme non è semplicissimo, ma fattibile, a patto che ci sia la volontà politica. Il fatto è che, intorno a Schlein, tra i suoi fedelissimi, c’è chi spera in una nuova frattura con la minoranza riformista. Anzi, c’è chi vorrebbe addirittura provocarla, sottoponendo ai colleghi un testo netto nei toni e con pochi (o nulli) margini di negoziazione”, scrive oggi Repubblica. Il baratro, nel Pd, è vicino.
Il M5S e  Conte puntano a convergere, con un documento fortemente critico rispetto alla proposta von der Leyen, su una mozione unica anti-riarmo Ue da votare insieme al Pd. Ma i “vonderleyniani” del Partito Democratico, capeggiati da Pina Picierno, accetterranno un “no” categorico al piano “ReArmUe”? Molto difficile. Ed ecco che la spaccatura nel Pd sulla politica estera da psicodramma europeo potrebbe trasformarsi in “sfiducia” italiana alla segretaria. “Giuseppe Conte e la coppia Fratoianni-Bonelli non aspettano altro per rafforzare la direzione intrapresa dalla leader dem. Il presidente M5s, negli ultimi giorni, è stato insolitamente benevolo nei confronti di Schlein, elogiando la sua presa di posizione e arrivando a definirla una buona premessa per l’alternativa di governo”, scrivono ancora i giornali. Tanta benevolenza di Conte come si spiega? Indebolire la Schlein, segare il Pd, puntare alla scalata del “campo largo”.
La mozione del M5S, del resto, parla chiaro e impegna il governo a esprimere “ferma contrarietà al piano Rearm Europe, che va sostituito integralmente con un piano di rilancio e sostegno agli investimenti che promuovano la competitività e le priorità politiche dell’Unione europea quali: spesa sanitaria, sostegno alle filiere produttive e industriali, incentivi all’occupazione, istruzione, investimenti green e beni pubblici europei”.
Quanto basta per spaccare il Pd.

Centrosinistra in ordine sparso

Ma è tutta l’opposizioni che si muoverà in ordine sparso in Parlamento sulle risoluzioni per le comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio Europeo. I gruppi presenteranno ciascuno la propria proposta. Azione ha già fatto sapere che la sua sarà identica alle risoluzioni su Ucraina e difesa approvate al Parlamento europeo. Più Europa si schiera a favore del riarmo europeo e della prosecuzione del sostegno a Kiev. Al contrario i 5 Stelle confermano la linea della netta contrarietà al ReArm Eu e chiedono sia sostituito da un piano di investimenti su sanità e lavoro, cerdando la convergenza del Pd. Posizione simile a quella di Avs. “Buttare 800 miliardi di euro in nuove armi significa suicidare l’Europa e il suo progetto”, ha detto anche oggi Nicola Fratoianni.

Più complicata la situazione in casa Pd dopo giorni di tensioni seguiti alla spaccatura della scorsa settimana nel voto in Europa. Mentre in altre occasioni il testo delle risoluzioni sulle comunicazioni di Meloni è stato scritto a più mani, stavolta dovrebbe essere il responsabile Esteri del partito, Peppe Provenzano, a portare una proposta sul testo da presentare in Parlamento, riferiscono fonti parlamentari dem. “Noi non possiamo sconfessare il voto dei ‘nostri’ in Europa”, avvertono dall’area riformista. ‘Pontieri’ sarebbero al lavoro per tentare una sintesi. Operazione complicata ma possibile “se c’è la volontà politica di farlo”, si sottolinea. Sintesi che tenga unite le anime dem ed eviti che qualcuno sia tentato dal sostenere le mozioni, o parti delle mozioni, di altri gruppi. Domani mattina alle 11 e 30 è fissata alla Camera una riunione congiunta dei deputati e senatori dem.

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di Leo Malaspina - 17 Marzo 2025