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L’onda blue Marine, il figlio delle banlieu e un gollista coraggioso. Così l’effetto-Meloni scuoterà la Francia

L’onda blue Marine, il figlio delle banlieu e un gollista coraggioso. Così l’effetto-Meloni scuoterà la Francia

Europa - di Paolo Di Caro - 30 Giugno 2024 - AGGIORNATO 1 Luglio 2024 alle 13:33

Li vedranno arrivare? I sondaggi francesi lasciano presagire che il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella scuoterà dalle fondamenta le paludate dinamiche della politica francese. La vittoria alle Europee e l’endorsement di Ciotti, leader dei Republicans neo-gollisti, hanno costretto gli analisti transalpini ad uscire dalla dinamica amico-nemico e dal comodo calduccio del blocco repubblicano, e antifascista, per provare a capire dove nasca, come cresca e perché si consolidi il consenso per il partito di Marine. Lo psicodramma a sinistra è figlio di una banalizzazione del consenso per la destra che conosciamo bene anche a casa nostra; e non è dissimile da quella che ha portato Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia a guidare l’Italia, mentre tutti lo vedevano come un obiettivo impossibile o irrealizzabile.

In realtà questa ondata del Rassemblement è figlia di un percorso compiuto dai “cugini di Francia” per affrancarsi dalla locomotiva ideologica del Front National, ma, soprattutto, è radicata nella incapacità della classe dirigente transalpina di dare risposte concrete alla società francese in un momento di grandi mutamenti politici e sociali.
Non è un caso che a votare a destra sia la classe operaia del nord come la borghesia della Provenza e della Costa Azzurra, confermando lo scollamento con la realtà, e con il popolo, di Macron e della sua sinistra tecnocratica, ormai relegata ai confini ovattati della ZTL parigina e alle sue conventicole intellettuali. Non è un caso neppure che il nuovo avversario di Marine e Jordan sia un nuovo Fronte popolare ad effetto Frankestein, impegnato a tenere nella stessa barca Holland e Melenchon, fra mal di pancia in politica estera, politiche economiche irrealizzabili e utopistiche e, ohibò, la grana dell’antisemitismo gauchista, molto diffuso fra le nuove generazioni multiculturali transalpine.

Per questo, e molto altro, la sensazione è che a sinistra non vedranno facilmente arrivare il vero blocco nazionale formato da Rassemblement e Républicains, in sintonia con quella Francia profonda che chiede sicurezza, rispetto dell’identità francese e politiche economiche nazionali non più asservite, acriticamente, ai desiderata dei tecnocrati di Bruxelles. L’immagine fresca e vincente del trentenne Jordan Bardella, con il suo milione di follower su Tik Tok, richiama i cugini d’oltralpe a un sussulto d’orgoglio, cancellando con un lavoro importante di immagine e di sostanza politica i dubbi e i pregiudizi sul partito di Marine Le Pen; una leader capace, negli anni, di cacciare dalle proprie fila il padre Jean Marie, ripudiare i neonazisti tedeschi di ADF, spostare l’asse su un atlantismo “meloniano” fatto di fermezza nazionale e consapevolezza della necessità di un occidente forte, coeso e con le radici piantate nel terreno fertile dell’Europa dei popoli.

Effetto-Meloni sulla Francia? Può darsi. Quel che è certo è che non è più la de-diabolisation dell’ex Front National il tema centrale della prossima campagna elettorale, ma le politiche per far uscire la Francia da una crisi profonda nella quale è stata trascinata dall’indolenza macroniana e dall’acquiescenza verso politiche migratorie che hanno prodotto disagio, violenza e marginalizzazione, piuttosto che accettazione del multiculturalismo. I “cugini di Francia”, guidati dall’uomo che viene dalle banlieu, si candidano a rappresentare la risposta a questa deriva, mentre gli altri costruiscono cartelli elettorali senza un programma e agitano i vecchi arnesi della paura, del pregiudizio ideologico, della dinamica amico-nemico. Il problema, per loro, è che la “lezione italiana”, con elettori stufi di inconcludenza e frasi fatte, è un precedente che “rischia” di ripetersi anche al di là di Ventimiglia, cambiando per sempre la politica francese ed europea.

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di Paolo Di Caro - 30 Giugno 2024