La “pesca miracolosa” della Schlein: spunta Berizzi candidato. E la Bindi mette zizzania

3 Apr 2024 13:43 - di Adriana De Conto
Schlein Berizzi Bindi

Notizie dall‘Armata Brancaleone delle liste Pd alle Europee. Dal Foglio apprendiamo una perla di inestimabile valore: “Le farfalle di Elly” titolo. Sottotitolo: “Pensa a Paolo Berizzi candidato. Ma il Pd si dilania su Salis (e sul dopo- Bonaccini in Emilia Romagna)”. Dopo l’Annunziata e Tarquinio ci mancava il cacciatore di fascisti,  è il commento ironico della giornalista Francesca Totolo sui social. Il giornalista di Repubblica potrebbe essere il nuovo “acchiappo” della segretaria Elly Schlein, scrive Carmelo Caruso. Che “acchiappa candidati come farfalle”. Berizzi potrebbe essere candidato nel Nord Est. Un altro fronte che sta scardinando le fila tra gli uscenti e le donne del Pd che non vedono di buon occhio il “civismo” con cui la segretaria vuole procedere alla compilazione delle liste.

Dal cilindro della Schlein spunta Berizzi: l’indiscrezione del Foglio

Anche il caso Salis in lista è in fase di stallo, in compenso è il padre della nostra connazionale in carcere in Ungheria a parlare: “Schlein ha gestito male lacandidatura di Italia, ha fatto confusione”. Insomma la Schlein è in gravissime difficoltà. Alle parlamentari uscenti l’idea della capoliste civiche come Lucia Annunziata e Cecilia Strada non vanno giù (“Sembra che non abbiamo una classe dirigente”). Hanno parlato di “femminicidio politico”. Il dossier Tarquinio è tutt’ora aperto, con i riformisti del partito col dito puntato contro: la linea difforme su guerra e diritti civili rappresentata dall’ex direttore di Avvenire è un problema. Non per i cattolici dem, naturalmente: il che tiene aperta una ferita mai sanata all’interno della “ditta”.

Liste Pd, malumori e veleni: i casi Salis, Tarquinio, Strada e Annunziata

Sottotraccia, poi, rimangono le ambizioni di chi a Elly Schlein è vicinissimo e magari pensava di poter usare la finestra delle Europee per poter dare una mano al partito. Come Loredana Capone in Puglia e Chiara Gribaudo in Piemonte, vicepresidenti del Pd e legate a doppio filo alla segretaria. Che avrebbero accarezzato l’idea di candidarsi la prima nella circoscrizione dell’Italia meridionale e la seconda in quella Nord-Ovest. Va da sé che si tratta di ambizioni frenate, anche queste, “dal legittimo impedimento che la candidatura della leader — tema molto dibattuto vista l’alternanza di genere e il fatto che l’espressione della tripla preferenza al Sud non è stata mai opzionata oltre un misero 5% dei votanti — fa ricadere sulle altre candidature rosa” commenta il Corriere online.  Motivo per cui, se la situazione non cambia, entrambe ob torto collo  faranno un passo indietro”.

Il 15 aprile si prevede una direzione Pd “movimentata”

Intanto il 15 aprile si avvicina e con esso la direzione del Pd. Sul tavolo lagnanze, lamentele, consigli non richiesti. “Nessuno esclude colpi di scena anche se nessuno li conferma. Il rumore di fondo che si avverte anche all’interno della maggioranza del partito tiene conto di tutti gli scenari: compreso quello secondo cui la leader, alla fine, possa decidere di rinunciare a correre in tutte le circoscrizioni, «liberando» spazi per altre candidature rosa, concentrandosi magari su un posto da capolista, uno soltanto”, scrive Tomaso Labate. E c’è chi in questo marasma mette zizzania tra i vertici del Pd, le varie correnti e i potenziali elettori: lo fa Rosy Bindi in un’intervista a Repubblica. 

Rosy Bindi: “Assurde le polemiche. Gli elettori vogliono Tarquinio e Strada”

L’ex parlamentare e ministra sostiene che gli elettori starebbero dalla parte delle varie candidature civiche proposte dalla segretaria. E lo fa in modo ruvido: le polemiche tra i dem “Mi meravigliano- dice-: se il Pd non è casa per candidature come la sua o di quella di Cecilia Strada, mi domando che Pd è. La cifra di questo partito è sempre stata il pluralismo, anche e soprattutto su temi cruciali come la politica estera, a maggior ragione in tempi di guerra. Un partito che si definisce progressista, di sinistra, con l’anima cattolica, non può ignorare le vite e quello che rappresentano figure del genere”. La pensa come Andrea Orlando ma non come la maggior parte dei parlamentari e delle parlamentari che in questi giorni non hanno lesinato lagnanze.

Uno strale alla dirigenza

E poi lancia lo strale contro la dirigenza: “Sul tema della guerra, del resto, la maggioranza degli italiani la pensa come Tarquinio e Strada: non certo come i dirigenti che hanno votato per l’escalation militare. Vorrei fosse ricordato con più decisione, da chi di dovere”. E a chi le fa notare che le perplessità sulla scelta di Tarquinio sono condivise però da aree diverse del partito, risponde invitando la  Schlein a difendere queste scelte fino in fondo”.  L’altra metà del partito dove la mette?

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