Isaac Newton alchimista, all’asta un manoscritto coi segreti del fisico sulla formula della pietra filosofale
All’asta un manoscritto di Isaac Newton in inedita versione di alchimista, che contiene la sua ricerca di segreti e formule della pietra filosofale. Nell’era dell’intelligenza artificiale, dal passato irrompe sulla scena il manoscritto del matematico, fisico e filosofo inglese Isaac Newton (1642-1726) sull’alchimia: A Key to Snyders. Lo scritto autografo sarà offerto in un’asta online dal titolo “Important Science, Philosophy & Alchemy” di Bonhams a New York, in programma fino al 7 maggio, con una stima di 100.000-150.000 dollari. Il manoscritto di Newton faceva parte dei Portsmouth Papers, carte inedite di Newton, è andò all’asta per l’ultima volta nel 1936.
Isaac Newton, all’asta un suo manoscritto sull’alchimia
Il manoscritto di Newton, uno dei più famosi studi di alchimia, rappresenta una distillazione dei processi chimici contenuti nell’influente Commentatio de pharmaco catholico (1666) dell’alchimista del XVII secolo Johann de Monte Snyders. La copia dello stesso Newton, con numerose annotazioni, è conservata dalla Cambridge University Library. Questo lavoro in particolare, ma buona parte degli scritti di Newton comunque, suggeriscono che la sua ricerca fosse indirizzata a scoprire il metodo per produrre la Pietra Filosofale, una luce guida nel suo studio dei principi della chimica, che lo impegnò per più di 30 anni. E che portò alla creazione di una delle più grandi biblioteche alchemiche d’Europa.
Sir Isaac Newton, il fisico filosofo che indagò sui misteri della pietra filosofale
Nell’immaginario, per tutti Newton incarna principalmente il ruolo di padre nobile della teoria gravitazionale universale, e quello dell’inventore (insieme a Leibnitz) del calcolo infinitesimale. Eppure – e questo studio all’asta lo testimonia mirabilmente – nei progetti di Sir Isaac Newton c’era in nuce qualcosa di ancora più grande e sconfinato. Qualcosa di ancora più ambizioso e arduo da scoprire: il segreto da indagare e svelare per ottenere la pietra filosofale, per poi stilarne la ricetta una volta decodificati passaggi ed esiti. Con tutto lo stupore e lo sgomento che un’acquisizione del genere può comportare, considerando che uno scienziato del calibro di Newton si dilettasse anche con l’alchimia…
Alla ricerca di formule e ricette alchemiche
Eppure, per ottenere uno dei precursori di un impalpabile oggetto alchemico: il misterioso mercurio filosofale, o sofico (in inglese Sophick Mercury), nella sua A Key to Snyders, Newton – che possedeva una delle più grandi biblioteche alchemiche d’Europa nonostante il suo approccio guardingo alla ricerca sul tema – identifica quelli che ritiene essere i passaggi più importanti di Snyder, insieme alle proprie interpretazioni. Concentrandosi sui dettagli concreti del procedimento chimico di Snyders.
Un linguaggio ermetico accessibile solo agli “iniziati”
E allora, studiando e decriptando il linguaggio dell’alchimia proprio della della formula di Newton, ci si addentra nei meandri di locuzioni e definizioni ermetiche ed allegoriche. Un lessico, quello del matematico e filosofo inglese, indirizzato agli “iniziati”, per i quali l’accesso ai segreti non doveva essere difficile da comprendere: «Una parte di drago impetuoso, due colombe di diana e almeno sette aquile di mercurio».
Ma l’impegno alchemico di Newton non portò a grandi successi…
Per questo, allora, i testi di Newton sono preziosi per i ricercatori che oggi studiano i lavori degli antichi alchimisti. Per quanto riguarda i risultati dell’impegno alchemico di Newton invece, non risulta che ci furono grandi successi. «In qualche modo – come suggerisce del resto al Washington Post James Voelkel, curatore della collezione di libri rari della Othmer Library of Chemical History» – le ricerche alchemiche erano così difficili che neppure Newton riuscì a risolverle».
Ma segnò un traguardo importante sul fronte della grammatica scientifica utilizzata
Ma tant’è. Dunque, la ricetta contenuta e rivelata dal manoscritto del grande scienziato, che dopo aver trascorso anni in una collezione privata è stato recentemente acquistato e pubblicato on line dalla Chemical Heritage Foundation, segna un traguardo importante dal punto di vista dell’esegesi e della grammatica della ricerca scientifica e filosofica del grande fisico.