Truffa a Prato, finti matrimoni e assunzioni per ottenere il permesso di soggiorno: 97 indagati

16 Feb 2024 10:31 - di Redazione

Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. Sono questi i reati che hanno portato a rinvio a giudizio 97 persone.

Prato, truffe per il permesso di soggiorno

È la conclusione di un’indagine del comando provinciale della Guardia di Finanza di Prato, diretta dalla Procura, sulla concessione di permessi di soggiorno a beneficio di soggetti extracomunitari, dietro pagamento di denaro a soggetti compiacenti. L’attività investigativa dei finanzieri del Gruppo di Prato eseguita nel corso dell’operazione “Happy Wedding” ha permesso di individuare una ditta che ha avuto alle proprie dipendenze, nel tempo, ben 124 soggetti assunti fittiziamente in prossimità della scadenza del permesso di soggiorno.

Matrimoni e assunzioni finte: 97 indagati

Gli approfondimenti investigativi effettuati hanno consentito di accertare il coinvolgimento di quattro professionisti, implicati a vario titolo nelle finte assunzioni di lavoratori, finalizzate esclusivamente all’ottenimento di permessi di soggiorno. Successivamente le Fiamme Gialle hanno svelato ulteriori truffe con in comune i reati di favoreggiamento e/o dello sfruttamento dell’immigrazione clandestina. Il primo riguarda assunzioni fittizie di lavoratori extracomunitari. Il secondo, invece, riguarda l’organizzazione di ‘matrimoni di comodo’, che ha fatto emergere un gruppo di soggetti in grado di organizzare matrimoni tra italiani compiacenti e donne di nazionalità straniera. Tutto al solo scopo di permettere a queste ultime, dietro pagamento di una ‘tariffa prestabilita’ (5.000 euro a matrimonio), di richiedere il rilascio di un permesso di soggiorno.

Truffa allo Stato per un milione di euro

Il filone individuato dai finanzieri è relativo alla presentazione delle domande di sanatoria, attraverso la procedura introdotta nel 2020 (cosiddetta sanatoria colf/badanti) per la regolarizzazione di lavoratori stranieri impegnati come braccianti agricoli e/o come colf che, all’entrata in vigore di tale provvedimento, si trovavano senza titolo sul territorio nazionale. Nel corso delle indagini è emerso, inoltre, in capo al promotore delle assunzioni fittizie, in concorso con altri nove soggetti, il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, attraverso il meccanismo delle imprese cosiddette ‘apri e chiudi’. Uno stratagemma con il quale le imprese  nel tempo avevano accumulato (e mai versato) debiti nei confronti dell’Erario pari a circa un milione di euro. Complessivamente le indagini dei finanzieri, coordinate dalla Procura di Prato, hanno portato al rinvio a giudizio di 97 soggetti.

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