Satricvm – Latina

21 Feb 2024 0:01 - di Redazione

Satricvm
Strada Nettuno-Cisterna, 1227 – Loc. Le Ferriere – 04100 Latina
Telefono: 349/1923153
Sito Internet: www.maxcotilli.com

Tipologia: creativa
Prezzi: menù degustazione: 60/80€, piatti singoli 25€, dolci 15€
Chiusura: Domenica sera; Martedì e Mercoledì

OFFERTA
Situato sulla strada Nettunense, all’altezza della località Le Ferriere, il ristorante Satricvm non è proprio semplice da trovare, immerso com’è nel buio della zona e con un’insegna che non spicca tra le piante che la circondano. In cucina c’è Max Cotilli, mentre la sala è gestita dalla moglie Sonia. La proposta gastronomica, prevalentemente di mare, non disdegna qualche portata terragna, come l’anatra tandoori presente nel menù “palude” che contempla 9 piatti a 80 euro; l’altro percorso degustazione è “marea”, sei piatti a 60 euro, mentre la scelta à la carte prevede un costo di 25 euro per ogni piatto salato e di 15 euro per i dolci. Sfizioso il benvenuto gentilmente offerto a tutti i tavoli a base di calice di bollicine e cetriolo barattiere in osmosi di aloe, carpaccio di avocado marinato, taco ripieno di zucca “da vino” arricchito da kimchi di frutta e mini bao con salsa tzatziki, che ha preceduto il primo antipasto del nostro percorso, la ventresca di tonno tagliata a cubetti con spuma allo zenzero, arancia, pezzetti di dattero e artemisia, in cui, purtroppo, la grassezza del pesce non era bilanciata a dovere da una nota acida, rendendo il piatto poco armonico. Discreta l’”insalata marina”, una rivisitazione della classica insalata di mare, che utilizza il chawanmushi giapponese (una sorta di budino a base di latte e uova) come base e delle sfoglie di calamaro messe sopra, sormontate da una spugna sbriciolata alle erbe salmastre di colore nero: un piatto dai sentori marini che alla lunga era monotono al palato. L’astice al vapore è stato servito con un gelato di Tom Yum (una miscela di spezie che è l’ingrediente principale della classica zuppa thailandese) in cui la carne soda del crostaceo era leggermente troppo coperta dal sapore del cocco. Buono lo spaghettone con garum fatto solo con interiora di tonno messe sotto sale, katsuobushi e pepe di Sichuan, con la pasta perfettamente al dente e una nota burrosa sul finale. Troppo burroso e alla lunga stucchevole, invece, il pre dessert a forma di paletta di fico d’India con cioccolato bianco all’esterno e gel di fico d’India all’interno, che ha preceduto un dolce – sottobosco – che, a nostro avviso, non ha funzionato, in quanto il sentore di fungo porcino del semifreddo e del biscotto andavano a prevaricare quello del cioccolato, con l’acidità dei lamponi disidratati insufficiente. Correttamente estratto il caffè anche se non particolarmente aromatico, accompagnato da una piccola pasticceria troppo carica per un fine pasto.

AMBIENTE
Il mix di metallo, legno e vetro crea un ambiente moderno, ma non freddo e impersonale. I tavoli sono “nudi” e apparecchiati con la giusta mise en place, con tovaglioli di stoffa. Con la bella stagione è possibile fruire anche del giardino interno su cui affaccia la sala.

SERVIZIO
Gestito dalla moglie Sonia, il servizio risulta cortese e preciso, anche se un po’ sfuggente, soprattutto nella descrizione dei piatti che viene fatta muovendosi (troppo) attorno al tavolo e, a volte, terminandola mentre si va via, con la conseguenza di “inseguire” le parole non comprese.

Recensione a cura di: Roma de La Pecora Nera – ed. 2023 – www.lapecoranera.net

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