Sanremo al via con la formula Amadeus: sul palco dosate trasgressioni e tanto politicamente corretto

6 Feb 2024 15:04 - di Federico Gennaccari
Amadeus

Sanremo si parte! Il Festival da cui la politica si deve tenere lontano, come chiede Amadeus, anche se naturalmente è il primo poi a fare politica (proprio come la sinistra che dice “fuori la politica dalla Rai” ma solo quando loro sono all’opposizione e temono che siano sostituiti tutti i dirigenti collocati dal Pd nel corso dei decenni) perché tramite la musica, la tv si possono far passare messaggi di qualsiasi tipo.

Le altre reti non fanno concorrenza

Sanremo, del resto, non è mai stato solo un evento musicale e dagli anni Ottanta è diventato soprattutto un evento televisivo capace per una settimana di calamitare tutte le attenzioni del piccolo schermo seguito da milioni di telespettatori, sempre tanti anche grazie al fatto che (ormai da alcuni anni Mediaset e le altre reti hanno rinunciato a fare concorrenza).

I cambiamenti portati da Amadeus

Un Festival considerato fino a qualche anno fa come espressione del nazional-pop da cui certa sinistra (e vari giornalisti “militanti”) si teneva ben lontano anche perché il politically correct non era di casa. Poi con Amadeus è cambiato tutto: ha ampliato gli orizzonti musicali (guardando ai beniamini dei giovanissimi con rapper, trapper e simili) e contemporaneamente ha allargato la platea televisiva, facendo
diminuire l’età media dei telespettatori, ma tutto nel nome del “politically correct” e di un’ipocrisia generalizzata. Così negli anni ecco beatificati anche coloro che hanno avuto successo grazie a canzoni che usano un linguaggio violento e crudo nei confronti delle donne come Junior Cally che non si è neanche scusato (in un video insultava persino una donna morta, giustificandosi che è un personaggio tipico del rap
e del gangsta rap).

Senza polemiche non c’è Festival

Per non parlare poi di Fedez (importante la sua campagna per le donazioni di sangue, ma dovrebbe anche ricordare che chi usa droghe, anche quelle leggere, non può donare il sangue) o della Ferragni con la sua insistita pubblicità occulta ad un social che sarebbe costata milioni di euro. Naturalmente il pane quotidiano del Festival sono le polemiche, senza di esse Sanremo ne uscirebbe come un evento minore. L’ultima riguarda le proteste degli agricoltori che potrebbero anche salire sul palco del Festival, tanto perché la politica dovrebbe stare lontano dal Teatro Ariston.

I cantanti e le canzoni in gara

Sanremo però sulla carta è il Festival della Canzone Italiana, e ogni anno il dubbio è se le canzoni in gara saranno da contorno al resto oppure la portata principale della manifestazione. Quest’anno sono state portate a 30 quelle in gara: 27 di big o sedicenti tali (12 sono al loro primo Festival) e 3 dei vincitori di Sanremo Giovani, francamente un po’ troppe. Amadeus ha voluto ampliare il numero forse perché doveva
accontentare qualcuno. Oggi presenta accompagnato da Marco Mengoni, vincitore della passata edizione. Comunque stasera si parte con l’esordiente Clara (“Diamanti grezzi”), Sangiovanni (“Finiscimi”), una classica Fiorella Mannoia (“Mariposa”) e gli emo La Sad (“Autodistruttivo”). Poi un gruppo di artisti affermati come Irama (“Tu no”), Ghali (“Casa mia”), Negramaro (“Ricominciamo tutto”), Annalisa (“Sinceramente”), Mahmood (“Tuta gold”), Diodato (“Ti muovi”) e Loredana Bertè (“Pazza”). Da Secondigliano arriva il brano
in napoletano di Geolier (“I p’ me, tu p’ te”), poi Alessandra Amoroso (“Fino a qui”), The Kolors (“Un ragazzo una ragazza”), la brava figlia d’arte Angelina Mango (“La noia”), Il Volo (“Capolavoro”), BigMama (“La rabbia non ti basta”), i sempreverdi Ricchi e Poveri (“Ma non tutta la vita”), Emma (“Apnea”), il duo ben assortito Renga Nek (“Pazzo di te”), Mr. Rain (“Due altalene”, Bnkr44 (“Governo punk”), Gazzelle (“Tutto qui”) e Dargen D’Amico (“Onda alta”) per finire poi con sei esordienti semisconosciuti o quasi. Rose Villain (“Click Boom!”), Santi Francesi (“L’amore in bocca”), Fred De Palma (“Il cielo non ci vuole”), Maninni (“Spettacolare”), Alfa (“Vai!”) e infine Il Tre (“Fragili”).

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