Europee, Calenda alle prese con il quorum. Apre ai radicali ma solo se non c’è Renzi

9 Feb 2024 19:32 - di Sara De Vico

Carlo Calenda apre ai radicali ma con riserve. E non si lascia pregare per attaccare dem e 5Stelle, con il loro problemi. “La Bonino fa due appelli, uno lo condivido, sull’altro si sa come la penso. È giusto che tutte le opposizioni europeiste, che distinguono tra Trump e Biden, si incontrino per parlare di Europa ma anche di riforme istituzionali. Le opposizioni devono trovare una risposta al premierato che non sia solo no”. Il leader di Azione sogna la terza via a Bruxelles e non solo. Dopo il pressing della storica leader radicale per una lista ‘di scopo’ per raggiungere il quorum Calenda mette le cose in chiaro e un gigantesco veto sull’amico nemico Matteo Renzi.

Calenda: siamo disponibili a fare insieme la lista

“Abbiamo detto a +Europa che siamo disponibili a fare insieme, con la disponibilità di Cottarelli a guidarla, una lista per le europee. Sia io che Bonino abbiamo fatto una fatta scelta di responsabilità, non candidarsi se sai che non andrai in Europa”. Così Calenda intervistato da Metropolis, il web talk del gruppo Gedi. “Che si allarghi a Renzi è escluso, sarebbe incomprensibile per gli elettori del Terzo polo. Io poi ho già dato, ho già fatta una alleanza con uno che ha fatto votare La Russa”. Poi va giù pesante con l’ex premier sullo ‘scandalo’ delle consulenze. “Penso che i conflitti di interesse di Renzi siano incompatibili con il Codice europeo. Renzi poi ha detto che si candida ovunque. Mi pare non ci siano le condizioni nèé per noi né per più Europa”.

Sulla Rai la Schlein ha tre proposte, non va bene

Non è meno tenero con il Nazareno, diviso in correnti anche sul futuro di Viale Mazzini. “Sulla Rai ho proposto alla Schlein che si arrivi al sit-in con una proposta, andare a fare un sit-in durante Sanremo non spiegando e avendola lottizzata ampiamente… Ho detto scriviamo una proposta insieme e presentiamola in quel luogo. Ma il Pd ha tre proposte che fanno riferimento a tre aree diverse”. Sulla politica estera, invece, spara a zero contro 5Stelle e Pd che non hanno una visione comune e non possono stare insieme. “La politica estera è una discriminante. Il problema è del Pd e del M5s, come Meloni e la Lega. Questo romperà il bipolarismo, non possono stare insieme. La questione non è pregiudiziale ma riguarda il Pd e il M5s, quando tu hai la politica estera che ti divide così tanto non mi pongo il problema mio, prima c’è un problema gigantesco del Pd”.

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