
E noi diciamo viva l’orso! Animale simbolico che ci accompagna dagli albori della storia umana
L’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente ha denunciato il presidente della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti per la morte dell’orso Sonny (m90). Secondo gli animalisti, Fugatti ”ha usato in maniera impropria i poteri di cui gode per la carica istituzionale che ricopre e di aver preso la decisione di uccidere l’orso in tempi rapidi con lo scopo preciso di proibire di fatto la presentazione di ricorsi contro il suo decreto che avrebbero, se discussi, potuto salvare la vita all’orso”. Ma c’è anche chi approva, come la deputata FdI Alessia Ambrosi.
Nel mezzo si colloca il ministro Pichetto Fratin, per il quale “la soppressione non può essere l’unica alternativa. Se quanto fino ad oggi messo in campo con la provincia di Trento non è stato sufficiente, l’impegno, da parte di tutti, deve essere quello di moltiplicare gli sforzi per individuare ogni soluzione possibile a garantire una convivenza pacifica nei territori”.
Tralasciando le soluzioni pratiche, che in politica sono fondamentali ma non sono tutto, a noi per l’orso Sonny dispiace. L’orso è infatti un animale totemico, iconico, che accompagna l’uomo nei miti e nelle favole fino ai Teddy Bear immancabili nelle stanze di tutti i ragazzini. Era il 15 febbraio del 1903 quando l’inventore americano Morris Michtom e sua moglie Rose esposero due orsetti di peluche nella vetrina del loro negozio di giocattoli a Brooklyn. Si tratta dei primi orsetti di peluche della storia. La cosa che non tutti sanno è che Morris aveva precedentemente chiesto all’allora presidente in carica, Theodore Roosevelt, se potesse utilizzare il suo soprannome per dare il nome all’orsacchiotto, cioè, “Teddy”. Ecco qui che nasce il celeberrimo “Teddy Bear”.
Certo un conto è un orsacchiotto e un conto è un orso vero, che pesa centinaia di chili, e che magari si mette a inseguirti. Ma non è colpa dell’animale se nel progetto di ripopolamento degli orsi in Trentino qualcosa è andato storto. Il progetto Life Ursus nasce attraverso un finanziamento dell’Unione europea per la “ricostituzione di un nucleo vitale di orsi nelle Alpi Centrali tramite il rilascio di alcuni individui provenienti dalla Slovenia”. Insomma la Provincia di Trento si è presa i soldi dell’Ue e ora la gente, che prima applaudiva il ritorno dell’orso bruno, ha paura di uscire di casa.
Ma torniamo ai significati simbolici di un animale la cui uccisione è una sconfitta per l’uomo che deve governare gli habitat di uomini e animali (che devono restare separati se è necessario per preservare l’incolumità di residenti e turisti). “L’orso è di fatto l’incarnazione vivente dell’ostilità al progresso e la protesta armata dei diritti rivendicati dall’Animale contro l’autorità dell’Uomo.” Lo diceva nell’ottocento il naturalista francese Alphonse Toussenel.
Il suo risveglio in primavera ne fa l’animale che più di altri simboleggia il continuo e ciclico rinnovarsi della natura. L’orso è legato allo sciamanesimo e ai riti degli indiani d’America ma è presente largamente anche nell’iconografia cristiana. Ratzinger (che nel suo stemma aveva un orso) ha reso celebre la leggenda dell’orso di san Corbiniano, protovescovo di Monaco che venne attaccato da un orso bruno che sbrana il suo cavallo mentre era in viaggio verso Roma. L’orso gli uccide il cavallo ma Corbiniano a quel punto carica sull’orso il suo bagaglio e riprende il cammino accompagnato dall’animale miracolosamente ammansito. Ma molti altri santi, come san Colombano e san Gallo, ridurranno l’orso all’obbedienza.
Dell’orso non ci si libera dunque facilmente. Lo si può uccidere ma nel nostro immaginario l’orso vive e vivrà sempre. E la sua forza soprannaturale, trasferita nei peluche amati dai bimbi, riuscirà comunque a tenere lontani spettri e spiriti cattivi.
che poco intelligenti questi politici trentini…..con la loro prepotenza perderanno tanti voti,
il mio e quelli di una cinquantina di conoscenti sicuramente…..se poi portano anche a favorire oltre le leggi sulla caccia, non dureranno molto.
Fate pena. Non si può trattare gli orsi come fossero di peluche, sono animali selvaggi che non guardano in faccia nessuno quando hanno fame e ce l’hanno sempre. Gli orsi c’erano già, pochi ma c’erano e introdurne degli altri ha causato solo problemi perché l’habitat trentino non è il Canada o gli Stati uniti….c’è solo una maledetta ignoranza diffusa che sa di buonismo come per i flussi migratori o i palestinesi