Mentana ricorda la discesa in campo di Berlusconi: “Il centrodestra c’è da 30 anni grazie a lui”

24 Gen 2024 9:52 - di Luisa Perri
Berlusconi Mentana

«Ormai Occhetto viene chiamato solo perché gli chiedono di quel faccia a faccia con Berlusconi»: così il direttore del Tg La7, Enrico Mentana, in un’intervista a Goffredo Buccini del Corriere della Sera, a quasi 30 anni dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi.

Mentana ricorda la cena da Berlusconi per non farlo scendere in campo

«Si insiste sul vestito marrone del segretario del Pds, ma la partita era finita da tempo. Occhetto poteva vestirsi come gli pareva ma aveva contro tutti i sondaggi», ricorda Mentana. L’ex direttore del Tg5 ricorda «una spedizione serale ad Arcore, a metà dicembre. Con me c’erano Gori, direttore della rete, Monti, direttore di Panorama. Con Letta e Confalonieri a cena provammo a convincere Silvio a non andare fino in fondo, a non entrare in politica”.

“La mafia? Ma se avevamo gli speciali di Claudio Fava”

“Tanti” erano, invece coloro che spingevano per un ingresso in politica del futuro leader di Forza Italia “Ferrara, Sgarbi, parlandone con rispetto Fede, e Liguori”, ricorda Mentana. Marcello Dell’Utri, racconta, “fu il vero fondatore di Forza Italia e non per la capacità organizzativa: perché capiva di politica più di Berlusconi”.

“Si è parlato tanto di mafia”, chiede Buccini. Mentana è categorico e la sua perplessità viene resa nell’intervista da un emblematico «Mah». «Io – ricorda Mentana – nel ’93 feci fare a Claudio Fava (giornalista simbolo dell’antimafia ndr) una serie tv sui delitti imperfetti di mafia, poi tutto è possibile ma noi non vedevamo nulla di tutto questo, e siamo passati attraverso le stragi, gli attentati».

Quanto a Bettino Craxi, sostiene Mentana che «a posteriori non fu beneficiato dall’avvento di Berlusconi. So che diceva: ‘ci siamo fatti per 40 anni un mazzo così per il 10%, poi arriva lui e bum bum». Sulle alleanze politiche, spiega: «Berlusconi vedeva l’autostrada che noi non vedevamo e fece una cosa, tenere insieme Lega, fascisti e Publitalia, che era come mettere insieme i tifosi dell’Inter, della Juventus e del Napoli». Berlusconi, sottolinea Mentana, vedeva Antonio Di Pietro «molto simile a sé. Non per caso provò a farlo ministro, incontrandolo nello studio di Previti». Secondo Mentana l’ex premier scomparso ha mancato la rivoluzione liberale “per un deficit di liberalismo suo e dell’Italia”.

“Kennedy ne ha fatte più di Berlusconi, ma qui non ci sono regole”

L’intervistatore gli chiede anche di quanto abbiano pesato in negativo le donne nella sua vicenda: «Kennedy, ai tempi, ne ha fatte molte di più. Se fai bene, della tua vita privata non interessa. Da noi la battaglia politica è diventata senza esclusione di colpi. Berlusconi costringeva tutti a un referendum su di lui. Ma allora devi essere come la moglie di Cesare… non andarci a letto».

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