Arrestato l’anarchico Luca Dolce, latitante dal 2021: dagli scontri contro la Lega alle lettere con i Br

21 Ott 2023 9:44 - di Agnese Russo
anarchico luca dolce

È finita la latitanza dell’anarchico Luca Dolce, conosciuto col soprannome di “Stecco”. L’uomo, 37 anni, era irreperibile dal 2021, quando era stato condannato a una pena di 3 anni e sei mesi, che unificava le condanne per vari reati in materia di ordine pubblico. Dolce, considerato una sorta di ideologo dell’area anarchica triveneta, è stato fermato dai Nocs della polizia nei pressi di Bordighera, in provincia di Imperia. Al momento dell’arresto, aveva una carta di identità falsa per la quale ora dovrà affrontare un nuovo processo, per direttissima, che attende nel carcere di Imperia dov’è stato portato. L’attività è stata coordinata dalla Procura distrettuale di Trento diretta dal Procuratore Sandro Raimondi.

Chi è l’anarchico Luca Dolce, dalla detenzione con Cospito alle lettere ai Br

Dolce, che è considerato dagli investigatori un punto di riferimento per l’area anarchica e un elemento di collegamento con i gruppi antagonisti e del marxismo leninismo, avrebbe avuto un ruolo di coordinamento nella promozione delle iniziative anti carcerarie, restando attivo anche durante una precedente detenzione, espiata nel 2019, nel corso della quale avrebbe continuato a produrre testi sul tema destinati ai siti di area anarchica. Dolce è stato detenuto nel carcere di Tolmezzo e poi in quello di Ferrara e di Modena.  A Ferrara, secondo quanto emerso, ha condiviso un periodo di detenzione con Alfredo Cospito. Dalle indagine è inoltre trapelato che “Stecco” avrebbe anche intrattenuto una corrispondenza con detenuti appartenenti alle Br.

Le condanne: dagli scontri a una manifestazione contro la Lega al Brennero

Parte integrante del gruppo anarco-insurrezionalista del Trentino, Dolce nel 2021 era stato condannato a 2 anni e 4 mesi per gli scontri con le forze dell’ordine in occasione di una manifestazione contro la Lega del 2018. Nello stesso anno l’autorità giudiziaria di Trento aveva emesso un provvedimento che unificava le pene concorrenti stabilendo per Dolce una condanna a 3 anni e 6 mesi.

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