L’Istat: “Inflazione in calo in Italia”. E gli economisti bacchettano la Bce: “Dannosi i rialzi dei tassi”
L’inflazione in Italia rallenta. A giugno prezzi fermi rispetto al mese precedente, con un andamento che porta il livello di identificazione annua al 6,4%. E’ la stima flash elaborata dall’Istat che appunto vede per l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, una variazione nulla su base mensile e un aumento del 6,4% su base annua, da +7,6% del mese precedente. Si tratta di una novità che va in controtendenza con l’andamento dell’eurozona e che conferma le perplessità sulla politica di aumento dei tassi di interesse messa in campo dalla Bce proprio per frenare l’inflazione.
Giù i prezzi di gas, alimentari e trasporti
La decelerazione del tasso di identificazione – spiega l’Istituto – si deve ancora, in prima battuta, al rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +20,3% a +8,4%) e, in misura minore, degli alimentari lavorati (da +13,2% a +11,9%), dei servizi relativi ai trasporti (da +5,6% a +3,8%), degli altri beni (da +5,0% a +4,8%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,7% a +6,5%). Per contro, un sostegno alla dinamica dell’indice generale deriva dai rialzi dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +8,8% a +9,6%).
Le associazioni di categoria: “Dati migliori delle attese”
“Decisamente migliore delle attese, la stima preliminare della variazione dei prezzi al consumo di giugno costituisce un’ottima notizia, a conferma dell’assenza di patologie sistemiche nell’ingranaggio economico di produzione-distribuzione”. E’ il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio alle stime sull’istituzione a giugno diffuse oggi dall’Istat. Per Confesercenti, invece, “La riduzione abbassa la testa a giugno: il dato anticipatore sui prezzi registrato da Istat è una buona notizia perché indica non solo uno stop rispetto a maggio – quando invece ancora si registrava un aumento dello 0,3% – ma soprattutto un’ulteriore discesa rispetto allo scorso anno”.
L’economista:” Lagarde fa salire prezzi mutui, aumenti dell’80%”
“L’aumento continuo dei tassi da parte della Bce per contrastare l’pericolo rischia seriamente di travolgere nell’immediato l’economia”. Lo afferma il prof. Roberto Guida, docente di economia e top manager del gruppo Marzotto Venture. ”Per le famiglie e per le imprese – osserva Guida- il costo del denaro aumenta vertiginosamente. C’è da sottolineare che i media di quanti hanno scelto il tasso variabile nell’ultimo quinquennio è cresciuto di molto e questo può incidere fortemente, con un effetto paradosso, al pari dell’interesse. Per essere più chiari, per tante famiglie con il tasso variabile, il costo dei mutui è aumentato dell’80%, praticamente quasi il doppio. Se la proiezione della caduta dell’indigenza è per fine anno – conclude Guida – c’è il rischio che la politica della Bce porti da subito a una marcata riduzione del reddito disponibile, con conseguenze immaginabili”.