Camera, il “no” del Pd al termovalorizzatore incenerisce l’alleanza tra Conte e Schlein

20 Apr 2023 12:48 - di Valerio Falerni
termovalorizzatore

Come volevasi dimostrare: il voto della Camera sul termovalorizzatore di Roma incenerisce le residue speranze di alleanza tra Elly Schlein e Giuseppe Conte. L’assemblea di Montecitorio ha infatti bocciato l’ordine del giorno presentato da M5S e Avs al decreto legge sul Pnnr anche con il voto del Pd. I “no” al testo sono stati 246 e 46 i “. Gli effetti dell’esito del voto, per altro largamente annunciato, sembrano destinati a creare imbarazzi e polemiche soprattutto nel Pd. Se, infatti, il sindaco Gualtieri ne ha preso atto con soddisfazione (è il commissario per la realizzazione dell’impianto), lo stesso non si può dire per gli ambienti movimentisti più vicini alla Schlein.

Contro il termovalorizzatore di Roma solo M5S e Avs

Come l’ex-senatore Sandro Ruotolo, ora responsabile della Cultura nella segreteria dem, che si è occupato del termovalorizzatore la settimana scorsa. In quell’occasione, il giornalista della premiata scuderia di Michele Santoro aveva auspicato addirittura un referendum popolare contro l’impianto. È il motivo per cui per Conte tutto torna. Voleva stringere la Schlein in una morsa per farne esplodere le contraddizioni sull’argomento, e c’è riuscito. Lo schema ha funzionato e non è da escludere che possa accadere anche in futuro su altri temi, su cui il Pd si trova in affanno, come – ad esempio – la guerra in Ucraina.

I leader dem e grillino guardano alle elezioni europee

Del resto, è perfettamente coerente con le prossime scadenze elettorali. Alle “europee” del prossimo anno si voterà, infatti, con il proporzionale, sistema che si presta benissimo alla logica del “tana libera tutti” molto in voga a sinistra di questi tempi. È tuttavia di solare evidenza che un’alleanza politica non può rivelarsi né intermittente né à la carte come un menu. È vero che ci sarà tempo per recuperare, ma è altrettanto vero che un stressante accentuazione delle differenze, pur comprensibile sotto il profilo delle convenienze elettorali, è destinata a scavare un fossato laddove si dovrebbe costruire una coalizione.

 

 

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