Schillaci, le sfide in agenda: fumo e ideologie su vino e salute. Un punto fermo: “Educhiamo l’Europa”

6 Feb 2023 12:31 - di Prisca Righetti
Schillaci

Dalle sigarette al vino. Passando per la necessità di una educazione alimentare. E tutto partendo dai bisogni dei ragazzi, delle generazioni vittime di pandemia e lockdown, per cui urge subito un supporto psicologico nelle scuole. In una lunga intervista a Libero il ministro della Salute, Orazio Schillaci, passa in rassegna le sfide in agenda dall’avamposto di Lungotevere Ripa. Partendo proprio da uno dei temi più dibattuti delle ultime settimane: il divieto di fumo. Una questione che il successore di Speranza, in nome del principio della prevenzione e di certezze acquisite almeno da un suo predecessore, Sirchia, non teme possa renderlo impopolare.

Schillaci, le sfide sul tavolo: dal divieto di fumo alle polemiche sul vino

Tanto che, in merito all’idea di estendere i divieti di fumo, portandoli anche all’aperto, e sulle possibili ricadute sui consensi, dichiara: «Nel caso, me ne farò una ragione. Penso di essere nel giusto. Quando vent’anni fa il mio predecessore, il ministro Sirchia, mise una fitta serie di divieti fu molto più contestato di me, ma il tempo ha dimostrato che aveva ragione. Quella decisione ha salvato centinaia di migliaia di vite»…  E come si diceva in apertura, dalla sigaretta al vino, con la stessa determinazione a smontare falsi miti e ideologie preconcette, Schillaci intanto precisa: «Il vino è cosa diversa dal fumo. C’è tanta letteratura che sostiene abbia, nelle giuste quantità e all’interno di una dieta equilibrata, che io chiamo “mediterranea italiana”, effetti anche salutari. Per esempio verso le patologie metaboliche o cardiovascolari».

Schillaci: «Sul vino no a ideologie. Il punto è insegnare all’Europa come si mangia»

Non solo. Vino cancerogeno? «Tanti cibi sono messi sotto accusa per questo. Non bisogna essere ideologici, il vino va valutato all’interno di un regime alimentare. Il Nord Europa ha un problema di alcolismo che noi non abbiamo. E accomuna vino e super-alcolici», spiega il ministro a Libero. Quindi aggiunge: «La nostra sfida è insegnare a certi Paesi come si mangia e si beve. Allora avranno meno paura del vino… Dobbiamo esportare la nostra cultura dell’alimentazione, anche se sospetto che dietro l’attacco a certi nostri prodotti ci sia del nazionalismo, la tutela che gli altri Paesi perseguono dei loro interessi a scapito dei nostri. Ma anche a danno della loro salute». E a proposito di salute e di educazione a un’alimentazione salutare, il ministro non può prescindere da un pensiero e una progettualità destinati ai giovani.

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