Morti sospette nel calcio, Dino Baggio ha paura: “Il doping c’è sempre stato, bisogna indagare…”

17 Gen 2023 16:53 - di Marta Lima

Le tanti morti sospette dei calciatori, da qualche anno a questa parte, stanno aprendo il dibattito scientifico sui possibili effetti di sostanze utilizzate per migliorare le prestazioni sportive nel periodo in cui i controlli erano minori. Anche gli ex calciatori sentono il bisogno di fare chiarezza, anche sui pericoli che essi stessi possono correre per pratiche discutibili degli anni scorsi. “Bisognerebbe investigare sulle sostanze che abbiamo preso in quel periodo. Il doping c’è sempre stato. Bisogna capire se certi integratori col tempo hanno fatto male. Ho paura anch’io, sta succedendo a troppi calciatori”, dice oggi Dino Baggio, ex centrocampista e compagno di squadra di Gianluca Vialli in bianconero. “Quando entravo in campo, ricordo che l’erba aveva un odore strano, non naturale, certamente diverso da quello che senti quando la tagli nel giardino di casa tua. Ecco, vorrei sapere cosa c’era nei pesticidi che usavano per la manutenzione dei campi da gioco o magari nei coloranti che facevano rimanere il manto di un bel verde…”.

Calciatori morti, Dino Baggio è allarmato: “Troppi casi sospetti”

“Bisognerebbe risalire a quello che abbiamo preso in quei periodi, bisognerebbe investigare un po’, sulle sostanze prese in quei periodi –sottolinea il 51enne veneto a Tv7-. Non so se sia dovuto a questo ma c’è sempre stato il doping. Non si sono mai prese robe strane, perché c’è una percentuale che devi tenere. Però con il tempo bisogna vedere se certi integratori fanno bene oppure no”.

Sta succedendo a troppi calciatori. Negli anni miei c’era il doping. Non prendevi robe strane, prendevi robe normali ma poi bisogna vedere se col tempo riesci a buttarle fuori o restano dentro. Poi tanti hanno parlato dell’erba dei campi e dei prodotti che utilizzavano che davano dei problemi”, aggiunge Baggio che chiude ricordando Vialli. “Era un uomo spogliatoio e aveva voglia di far crescere i giovani. Ero in squadra con lui quando avevo 21 anni e spendeva sempre una parola buona nei nostri riguardi. È andato via troppo presto dalle nostre vite”.

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