Omicidio Ciatti, la Cassazione: violato l’onere di notifica sulla scarcerazione di Bissoultanov

2 Nov 2022 19:47 - di Roberto Frulli

La difesa del ceceno Rassoul Bissoultanov, latitante dopo essere stato scarcerato e accusato dell’omicidio di Niccolò Ciatti, il ragazzo di Scandicci ucciso la notte tra l’11 e il 12 agosto 2017 fuori ad una discoteca di Lloret de Mar in Spagna, non notificò la richiesta di revoca o di sostituzione della misura cautelare ai genitori della vittima e alla fidanzata nonostante avessero presentato memorie e si fossero costituiti nel processo.

Nelle motivazioni della sentenza con cui lo scorso maggio la Cassazione ha annullato l’ordinanza della Corte d’assise di Roma che ha scarcerato Rassoul Bissoultanov – già stato condannato dal Tribunale di Girona a 15 anni di carcere – i giudici della prima sezione di piazza Cavour sottolineano questa circostanza parlando di violazione dell’onere di notifica.

“Nei procedimenti per delitti commessi con violenza alla persona, infatti, – osserva la Cassazione che ha accolto il ricorso della Procura di Roma – la notifica della richiesta di revoca o sostituzione della misura cautelare, in caso di decesso della persona offesa in conseguenza del reato, deve essere effettuata, con le stesse modalità previste per chi abbia direttamente subito il pregiudizio, ai prossimi congiunti o alla persona a quella legata da relazione affettiva e già stabilmente convivente, anch’essi inclusi nella nozione di vittime del reato, circostanza non avvenuta nel caso di specie”.

“La tutela offerta alla vittima, infatti, ha una valenza che supera i diritti di informazione, risultando piuttosto espressione di una tutela processuale connessa a profili di salvaguardia della incolumità della persona (come emerge da due elementi: la sostanziale natura di condizione di procedibilità dell’informativa rispetto alla istanza de libertate e l’obbligo di comunicazione dell’esito del subprocedimento), rafforzata dalla possibilità di portare all’attenzione del giudice circostanze rilevanti tramite il deposito di memorie. La violazione dell’onere di notifica, dunque, costituisce – sottolineano i giudici della Cassazione – una causa di inammissibilità che investe tanto il corretto formarsi dell’iter procedimentale di tipo cautelare, quanto la legittimità del provvedimento de libertate”.

“Credo che l’errore commesso dalla Corte di Assise di Roma è stato gravissimo – dice all’Adnkronos, Luigi Ciatti, padre di Niccolò, dopo il deposito delle motivazioni della Cassazione. – È stato scarcerato un assassino che ora è latitante e questo è stato sempre il nostro timore. Con le motivazioni della Cassazione abbiamo avuto la conferma di quello che i nostri legali e il pm di Roma Erminio Amelio hanno sempre sostenuto: quella scarcerazione era un errore”.

“Una soluzione allo stato non c’è, l’unica sarebbe trovarlo. Intanto – dice il papà di Niccolò – stiamo portando avanti il processo in Italia e continuiamo ad avere fiducia nella giustizia italiana, non possiamo fare altro”.

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