Ex Ilva, Urso vede i sindacati: “Dobbiamo salvare la siderurgia italiana. L’azienda collabori”

17 Nov 2022 16:02 - di Sara De Vico

“Sono soddisfatto del clima di consapevolezza. Siamo tutti sulla stessa nave. E remiamo nella stessa direzione. Salvare la siderurgia italiana fa bene al sistema paese. E anche all’Europa. Per fornire acciaio nel rispetto degli standard dell’ambiente e del lavoro”. Così il ministro Adolfo Urso appena terminato il tavolo con sindacati e Regioni sul futuro dell’ex Ilva. Reso ancora più attuale dopo la decisione di Acciaierie d’Italia di sospendere le attività di 145 imprese dell’indotto. Scelta che metterebbe in ginocchio circa 2000 dipendenti. Duramente contestata dai sindacati, da Confindustria Taranto e dal ministero guidato da Urso. Che ha parlato subito di una decisione “sconcertante”. E di modalità “assolutamente inaccettabili”.

Urso incontra sindacati e Regioni: remiamo nella stessa direzione

L’incontro con le parti sociali (presenti i leader di Fim, Fiom e Uilm) segna la ripresa di un confronto “doveroso per il paese. E i cittadini di Taranto. Che da troppo tempo aspettano risposta”, aggiunge il ministro delle Imprese e del made in Italy. Che a questo punto si aspetta piena collaborazione da parte dell’azienda. Assente all’incontro odierno. L’obiettivo del ministero è quello di riequilibrare la governance. Per ottenere risposta sugli impegni che Acciaierie d’Italia ha preso nei precedenti accordi. “Su questo c’è il nostro impegno. La nostra volontà. E credo che insieme ce la possiamo fare”, dice Urso.

Calderone: non abbandoneremo i lavoratori

“Non abbandoneremo i lavoratori. Useremo tutti gli strumenti di cui potrà disporre il mio Ministero”. Così anche il ministro del Lavoro Marina Calderone, presente al tavolo. Confindustria Taranto, dal suo canto, punta all’intervento del governo per revocare la sospensione  delle 145 aziende.  Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, sottolinea la mancanza di rapporti con i privati che oggi conducono gli impianti. “L’unico soggetto in grado di fornire garanzie sulla riconversione tecnologica resta il governo”. Il primo cittadino di Taranto ha ringraziato il ministro Urso per l’immediata sensibilità dimostrata. “Questo è un dossier complesso. Che va ben oltre la mera vertenza occupazionale. Se il Paese ha bisogno dell’acciaio dell’ex Ilva, nel quadro degli scenari Ue, è arrivato il momento che ne discuta. Con senso di responsabilità e coraggio insieme alla città di Taranto. Sarà mia premura chiedere presto udienza al ministro”.

I sindacati proclamano 4 ore di sciopero

Al termine del vertice al Mise i sindacati hanno proclamato 4 ore di sciopero in tutti gli stabilimenti del gruppo. “Siamo qua per fermare l’eutanasia di Ilva. Perché quello che è in corso è di fatto la distruzione dell’azienda. E bisogna fermare questo processo. Abbiamo bisogno di uno che decide. E  col quale negoziare perché, ad oggi, ogni volta arriviamo sulla scorta dell’emergenza”. Parola di  Michele De Palma della Fiom. “Ad oggi Acciaierie d’Italia non è governata, non c’è un confronto a nessun livello, né a livello di stabilimento né a livello nazionale”, conclude il leader della Fiom.

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