Maurizio Vandelli: «Lucio Battisti e Mogol sono un capolavoro italiano». I ricordi e gli aneddoti

12 Ott 2022 7:50 - di Emanuele Valci
lucio battisti mogol

Lucio Battisti e Mogol. Non solo arte, non solo musica. Emozioni pure. Da “Pensieri e parole” a “I giardini di marzo”, canzoni ineguagliabili. Maurizio Vandelli ripercorre gli anni della sua vita ruggente, gli anni del beat italiano di cui con il suo gruppo, l’Equipe 84, è stato il rappresentante più leggendario. E lo fa con il libro “Emozioni garantite”, che si avvale della penna felice di Massimo Cotto ed è corredato da due Cd: uno con l’interpretazione delle canzoni più famose e indimenticabili di Lucio Battisti e Mogol; l’altro con le relative basi musicali per dare a tutti la possibilità di cantare quegli inni della nostalgia, della felicità di un tempo trascorso. Mai passato.

Vandelli ricorda Lucio Battisti e Mogol

«Due anni fa – racconta Vandelli al quotidiano “La Ragione”– eravamo reclusi in casa. Le mascherine a coprirci il viso, gli sguardi pieni di paura e di tristezza, le file ai supermercati col terrore di contrarre un virus sconosciuto e implacabile. A casa cercavo di esorcizzare la pesantezza di quella desolante reclusione facendo il buffone con i miei familiari, giusto per tenerci un po’ su o rifugiandomi nel mio studio a suonare. Rifacevo Battisti e scoprivo nuove emozioni, riscoprivo lo stupore che ancora oggi quelle canzoni suscitano».

Il capolavoro italiano di quegli anni

«Ho ritrovato la bellezza della musica di Lucio Battisti e dei testi di Mogol. Giulio non scriveva canzoni, ma sceneggiature da film. Le immagini che riusciva a creare ti davano la sensazione che tu diventassi protagonista di una storia. La coppia Battisti-Mogol è stata il capolavoro italiano di quegli anni. Così ritrovavo un po’ di serenità in quel mare magnum di depressione che ancora oggi aleggia sui nostri destini. Ci sono la guerra e lo spettro dell’inflazione impazzita, delle bollette incontrollabili. Una situazione in cui sento di odiare i politici sempre più, per i loro guadagni, per le loro chiacchiere vane mentre la gente ha bisogno di soluzioni».

Vandelli, Lucio Battisti e il papà di Mogol

Sul rapporto con Lucio Battisti, a “La Ragione” commenta: «Nel libro racconto il nostro primo incontro a Sanremo, racconto di quando lo porto in Ricordi dal papà di Mogol Mariano Rapetti che gli fa firmare il contratto come autore. Ricordo un suo complimento: “Maurì, ho imparato a cantare da te… però ho corretto i tuoi errori”».

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