Rivoluzione gender a scuola: bagni e registri di classe Lgbt a Milano e Treviso. FdI: “Errore ideologico”

25 Ott 2022 15:16 - di Luisa Perri
liceo brera, Milano

Il liceo artistico Brera di Milano ha inaugurato i bagni “no gender”: oltre a quello per maschi, per femmine, quello accessibile ai portatori d’handicap, ne arriva un quarto a scuola, Lgbt. Sarà identificato da un disegnino arcobaleno con l’unicorno e dedicato ai ragazzi “in transizione”.

Scuola, al liceo Brera di Milano arriva la rivoluzione Lgbt per i bagni

Una rivoluzione nel nome del “politicamente corretto”, racconta Libero, per non discriminare gli studenti nati maschi che si sentono ragazze e le studentesse che si sentono ragazzi. «Abbiamo saputo che a livello ministeriale qualche esponente del governo politico entrante ha detto che ci siamo spinti troppo avanti. Ma abbiamo preso atto della realtà che c’è in questa scuola: qui di ragazzi in transizione sessuale ce ne sono tanti», sentenzia la preside del Brera, Emilia Ametrano. Non si tratta del capriccio di qualche sparuto gruppetto di liceali ma anzi un sentimento condiviso da molti transgender all’interno della scuola. I classici wc dedicati a maschi e femmine resteranno ma al contempo chiunque potrà andare in quelli contro le etichette sessuali. Al Brera, tra l’altro, è già attiva la carriera alias che permette agli studenti di scegliere il nome da usare nel registro elettronico di classe. Chi non si sente «Marco» ma «Vanessa» può comunicare ai professori il modo in cui farsi chiamare.

Donazzan (assessore veneto alla Scuola): “Vedo solo un’impostazione ideologica”

Analoga iniziativa, quella del registro degli alias, sta per essere adottata a Treviso, dal locale liceo artistico.  «Errore ideologico, fuori dal mondo prevedere un’identità alias a scuola». Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione, boccia senza mezzi termini qualsiasi tipo di modifica ai regolamenti di istituto a tutela degli studenti transgender, che riguardi registri elettronici o altri documenti scolastici. «Già nella fase adolescenziale – commenta l’assessore di Fratelli d’Italia – gli studenti sono pieni di dubbi, compito degli educatori sarebbe accompagnarli fuori dal dubbio e non favorirlo. A quell’età serve insegnare il rispetto delle regole. Quindi serietà». Una presa di posizione contro la scuola Lgbt che l’assessore di FdI sintetizza così: «Non è possibile intervenire. Come assegnare a una persona un’età che invece non ha. In tutto ciò – conclude Donazzan – vedo solo un’impostazione ideologica».

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