Terroristi rossi in Francia, si riapre la partita: ricorso in Cassazione per riportarli in Italia

4 Lug 2022 18:54 - di Monica Pucci

Il Procuratore generale francese ha impugnato davanti alla Cassazione il no all’estradizione dei 10 ex terroristi italiani deciso dalla Corte di Appello di Parigi lo scorso 29 giugno. I dieci ex terroristi italiani erano stati arrestati in Francia nell’ambito dell’operazione Ombre rosse nell’aprile del 2021.

Le domande di estradizioni riguardavano l’ex militante di Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, 78 anni, tra i fondatori di Lotta Continua, da tempo malato, condannato a 22 anni come uno dei mandanti dell’omicidio Calabresi; gli ex Br Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella, Sergio Tornaghi, Maurizio Di Marzio, Enzo Calvitti; l’ex militante di Autonomia Operaia Raffaele Ventura; l’ex militante dei Proletari armati Luigi Bergamin; l’ex membro dei ‘Nuclei armati contropotere territoriale’, Narciso Manenti.

Terroristi rossi, non solo ex Br, “graziati” dalla Francia

Mario Calabresi, giornalista e figlio di Luigi Calabresi, aveva attaccato duramente quella decisione francese: «Se i giudici francesi avessero detto che Giorgio Pietrostefani non è compatibile col carcere perché anziano e malato avrei compreso e rispettato. Ma la motivazione usata è ridicola perché falsa: lui non è stato giudicato in contumacia, ma ha sempre partecipato a tutti i processi».

“Inaccettabile e vergognosa la decisione adottata dalla Corte d’Appello di Parigi di respingere le richieste di estradizione per i dieci ex terroristi italiani di estrema sinistra, legati alle Br, rifugiati in Francia. Ci eravamo illusi che la dottrina Mitterrand fosse finita. Prendiamo atto che non è così. Questi assassini non hanno mai pagato il loro conto con la giustizia italiana e alla luce della decisione di oggi probabilmente non lo faranno mai. I familiari delle vittime meritano verità e giustizia. Il governo Draghi si attivi subito: questi criminali devono scontare in Italia la pena fino all’ultimo giorno”, aveva dichiarato il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

I legali dei criminali: “Un ricorso politico”

“E’ un ricorso meramente politico” quello del Procura generale che ha impugnato davanti alla Cassazione il no all’estradizione dei dieci ex terroristi italiani “mentre dovrebbe essere un ricorso giuridico. Sono stupefatta per questa decisione che è frutto di pressioni politiche. Comunque questo ricorso non ha alcuna possibilità di andare in porto in quanto è una materia in cui è sovrana la Corte di Appello”. Ad affermarlo all’Adnkronos è Irène Terrel, l’avvocata francese di sette dei dieci ex terroristi italiani fermati in Francia a fine aprile nell’ambito dell’operazione ‘Ombre rosse’ commentando la decisione della Procura di impugnare la sentenza della Corte di Appello di Parigi che ha negato l’estradizione ai 10 ex terroristi lo scorso 29 giugno.

Per Terrel, quindi, questa impugnazione “è stupefacente frutto di una pressione politica inammissibile”. Il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, poi, rileva l’avvocata, “si è espresso in modo inaccettabile con le sue dichiarazioni durante una conferenza stampa in occasione del vertice della Nato a Madrid” spiegando che avrebbe valutato la possibilità di presentare un ricorso contro la sentenza. “Dove è la separazione dei poteri? C’è una regressione. I diritti vengono calpestati da chi dovrebbe esserne il garante”, aggiunge Terrel. “E’ semplicemente incredibile”.

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